Operazione Typographic-Acero Bis: il collaboratore di giustizia ha disegnato la “mappa” delle ‘ndrine di Gioiosa Jonica

Reggio Calabria. E’ stato Salvatore Agostino a tracciare il “Risiko” delle cosche sul territorio di Gioiosa Jonica. Una mappa aggiornata dei principati mafiosi gioiosani, che il collaboratore di giustizia ha offerto all’analisi degli investigatori delle Fiamme gialle di Locri e dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. Con una penna ha vergato senza tentennamenti sopra una mappa le aree di influenza, in particolare, delle famiglie Ursino e Jerinò. Battezzato “a circolo formato” in Canada, Salvatore Agostino al suo rientro in Italia, dopo un lungo periodo passato oltre oceano, per gli investigatori avrebbe riattivato i suoi contatti fiduciari con Giuseppe Jerinò.
Avendo scontato il suo debito con la Giustizia, Giuseppe Jerinò era tornato in libertà e secondo l’accusa si stava adoperando per riorganizzare la cosca sul territorio. “Salvatore Agostino – come si legge nelle carte del decreto di fermo Typografic-Acero bis – rimarca che Giuseppe Jerinò era a capo di una compagine criminale attiva ed operante nell’area gioiosana, che si trattava di una ‘ndrina non ufficialmente riconosciuta dai vertici della ‘ndrangheta, ma tuttavia tollerata. Lo stesso Jerinò, spiega Agostino, ambiva ad assumere la reggenza della ‘ndrina di Gioiosa centro, nella cui giurisdizione è ricompresa la zona di Contrada Prato, dove il predetto era cresciuto”.
Si legge ancora nelle carte dell’inchiesta: “Verso il 2010 tuttavia, Giuseppe Jerinò avrebbe confidato a Salvatore Agostino, di essere in imminente attesa che gli liberassero il posto, desumibilmente alludendo alla concessione di subentrare ufficialmente con ruolo apicale in una ‘ndrina già attiva, oppure al riconoscimento della propria consorteria, sempre e comunque integrata in quella di Gioiosa”.
Per i magistrati della Dda, coordinati dal procuratore capo Federico Cafiero de Raho e dall’aggiunto Nicola Gratteri, l’organizzazione della ‘ndrangheta a Gioiosa Jonica sarebbe così suddivisa: ‘ndrina di Gioiosa centro, retta dalla famiglia Ursini (tra cui Salvatore, Antonio e Mario) in parallelo con la ‘ndrina di Giuseppe Jerinò detto “Peppe Manigghjia”; ‘ndrina dei Giardini, retta da Giorgio Demasi (Capo Società) e Tommaso Rocco Caracciolo (Capo Locale); ‘ndrina di Bernagallo, retta prima da Luigi Cherubino e poi da Pasquale Zavaglia; ‘ndrina di Prisdarello, retta da Giuseppe Lupoi; ‘ndrina di Martone, retta da Giuseppe Gallizzi e, infine, locale di Moncalieri, retto da Francesco Giorgio.

Giovanni Verduci

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