Operazione System. Il Comintern dei principiani

Sandro Principe

Sandro Principe

Catanzaro. Anche Vittorio Cavalcanti, sindaco di Rende dimissionario nel 2013, era finito dentro il “Sistema” e ne era stato stritolato. Dentro il municipio l’ex sottosegretario Sandro Principe avrebbe fatto il bello e il cattivo tempo. Il Partito democratico, almeno quello di Rende, era nelle sue mani e Principe ne avrebbe determinato le scelte direttamente dalla sua segreteria. Il “capo”, come lo definisce Vittorio Cavalcanti in un’intercettazione ambientale finita agli atti dell’inchiesta, non ammetteva critiche, non sopportava decisioni contrarie alle sue. Le riunioni con i quadri del partito e gli amministratori locali si tramutavano in un “processo” ed è un virgolettato di Vittorio Cavalcanti a fare la fotografia delle pressioni. “Una cosa – dice Cavalcanti non sapendo di essere intercettato – è essere stato sfruttato e avergli indirettamente dato un risultato che era quello che lui evidentemente si aspettava, altra cosa è continuare a stare sotto torchio continuo, cioè ogni volta che andavo a una riunione, sembrava che mi facevano un processo… sembrava il Comintern”. Questo atteggiamento avrebbe segnato il destino della giunta Cavalcanti che, a giugno del 2013, chiuse la sua opera amministrativa per le dimissioni del primo cittadino. “Quello di buono che avevo fatto – si legge ancora nelle carte dell’inchiesta – non se ne doveva discutere, si doveva discutere solamente delle cose che a loro non andavano bene e che erano cose che insomma non potevano che andare nel modo in cui dovevano andare”.
Per i magistrati della Dda catanzarese, poi, Sandro Principe avrebbe allargato le sue pressioni anche nei confronti dei dirigenti del Comune di Rende. Tutto doveva sottostare al suo placet e chi osava ribellarsi alle sue “regole rendesi” e rispettare le leggi, per i magistrati della Dda catanzarese, finiva nel mirino dell’ex sindacato e dei “principiani”, diventata un appestato e veniva sottoposto a pressioni e minacce più o meno velate.

Giovanni Verduci

Exit mobile version