Reggio Calabria. Una carabina cal. 22 con cannocchiale di precisione e matricola abrasa. I sospetti iniziali dei Carabinieri, che indagano sul tentato omicidio avvenuto ieri mattina a Gallina ai danni di Sebastiano Morabito, di 50 anni, hanno trovato conferma dal sopralluogo effettuato ieri pomeriggio nell’edificio rustico in linea d’aria, o “di mira”, di fronte all’automobile all’interno della quale l’imprenditore è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco che lo ha ferito all’orecchio sinistro. La pista del cecchino era stata subito imboccata dagli investigatori della Compagnia cittadina, intervenuti in via Chiesa Madre dopo il ferimento. Troppi gli indizi che portavano a un fucile di precisione con canna rigata quale arma del delitto. Primo, nessuno ha visto chi ha sparato, nemmeno di sfuggita, nemmeno guadagnarsi la fuga. Secondo, due dei tre colpi hanno centrato la fiancata della Opel Corsa di colore grigio, ma nella parte bassa. Una traiettoria a dir poco anomala per un killer armato di pistola e che avesse agito a pochi metri dalla vittima designata. Terzo, nessun bossolo in terra. E come nei migliori gialli, tre indizi fanno sempre una prova. Prova che, infatti, è saltata fuori là dove sono andati a cercarla i Carabinieri.
Dopo i rilievi degli uomini del Sis, la Sezione investigazioni scientifiche del Comando provinciale dell’Arma, che hanno passato al setaccio la scena del crimine, esaminando dettagliatamente l’automobile bersaglio dei colpi, nel pomeriggio i Carabinieri hanno effettuato un sopralluogo anche all’interno dell’edificio rustico che sorge in via Carlo Alberto, una parallela di via Chiesa Madre. Le due parallele sono unite da una traversa, via Caserma Gallina, in tutto poco più di 66 metri di distanza dal punto in cui il cecchino ha fatto fuoco e l’auto dentro la quale si trovava Morabito. All’interno dell’edificio, al primo piano, è stato rinvenuto e sequestrato il fucile. Si tratta di una carabina cal. 22, con matricola abrasa, dotata di ottica di precisione. Adesso l’arma sarà analizzata dagli esperti balistici della Benemerita.
Intanto proseguono serrata le indagini dei Carabinieri, che mantengono il più stretto riserbo sul caso e non hanno voluto neanche confermare il ritrovamento dell’arma. L’imprenditore bersaglio del tentato omicidio è stato sentito, avrebbe confermato che al momento del ferimento si trovava in auto, ritrovata con le chiavi nel cruscotto e il quadro ancora acceso e la prima marcia inserita. Il lavoro degli investigatori, ora che la dinamica è stata accertata dal ritrovamento del fucile, si concentra sul movente.
Fabio Papalia