Reggio Calabria. Sul futuro del settore sanitario calabrese fra maggioranza e opposizione in Consiglio regionale le distanze sono rimaste. Anzi si sono ulteriormente allargate. Se da una parte, quella che ha sostenuto la vittoria del centrosinistra alle scorse elezioni regionali, si è chiesto a gran voce il superamento della lunga parentesi commissariale in Calabria, da sostenere attraverso un rinnovato appello al Governo Renzi. Dai banchi dell’opposizione, invece, si è evidenziata l’incapacità del governo regionale nel risollevare uno dei settori più importanti, per le sue ricadute dirette, per la popolazione calabrese. Fausto Orsomarso, del gruppo Misto, durante il suo intervento ha tuonato: “Basta con gli appelli a un Governo Arlecchino, la Regione Calabria elabori un Piano serio e moderno per trasformare la sanità regionale dentro la quale, purtroppo, si agitano strutture private che muovono interessi politici e medici mediocri che, nascondendosi dietro fantomatici movimenti, stanno attenti solo alle loro necessità”. Sulla stessa lunghezza d’onda si è mosso anche Francesco Cannizzaro della Casa delle libertà. Per Cannizzaro, infatti, quella di Mario Oliverio appare come “una missione disperata che vede il fallimento della rete ospedaliera e territoriale, del servizio sanitario in genere”. In questo contesto, poi, per Cannizzaro: “Diventa urgente correggere gli errori sin qui registrati nella individuazione delle consulenze degli amministratori la cui inappropriatezza ha determinato una serie di disagi di cui, nella qualità di Governatore, deve farsi carico”. Per Giuseppe Aieta, invece, “Si registra il disprezzo, dichiara, da parte dei commissari, nei confronti di tutte le istituzioni rappresentative del territorio ed esiste, a pare suo, una manifesta incompatibilità del commissario”. Per Aieta non è più rinviabile il superamento del decreto che fissa i criteri di vita del sistema sanitario calabrese. “Bisogna pervenire – ha detto Aieta – alla stesura di un Piano discusso e condiviso poiché quello che scaturisce dal decreto 30/2016 manca di ragionevolezza e va annullato”. All’attacco del consigliere Cannizzaro, invece, ha risposto Domenico Bevacqua del Pd. Per Bevacqua il centrodestra ha dimostrato, per l’ennesima volta, di “non comprendere il momento di disagio e cosa sia l’assunzione di responsabilità”. “Le problematiche – ha detto ancora Bevacqua – non possono essere affrontate sulla base di spinte localistiche o per partito preso. C’è da porsi qualche domanda su quale debba essere il ruolo degli amministratori regionali e quale debbano essere le competenze del Commissario che col decreto 30/2016 ha messo in atto una serie di azioni tese ad usurpare la funzione legislativa”. “Bisogna – ha concluso – avere coscienza delle necessità e coraggio delle scelte”.
gio.ve.