Reggio Calabria. Nuovo progetto, nuovo cantiere, nuovi reperti. Sono stati avviati i lavori per la realizzazione di un parcheggio nella centralissima Piazza Garibaldi e – come sempre accade – considerata l’antichissima datazione della nascita della città, all’interno del cantiere sono già ben visibili le tracce del nobile passato reggino.
Appare chiaro che, un ennesimo ritrovamento, in una città che ha visto nell’arco del tempo cancellare le tracce del suo passato, ha immediatamente destato la preoccupazione di tanti appassionati. Questa mattina lo zelante Frank Polimeno, che risiede in zona, ha dato fiato alle trombe della passione – per mezzo del social network – informando, con tanto di documentazione fotografica, dell’ennesima ri-scoperta.
Ecco che, onde scongiurare il malumore precedentemente ingenerato, in occasioni similari, dai gap di comunicazione tra pubblica amministrazione e cittadinanza, si è immediatamente provveduto a chiedere lumi sulla situazione al funzionario della Soprintendenza preposto, Emilia Andronico.
In compagnia di Filippo Sorgonà di Antenna Febea ed in costante collegamento telefonico con Frank Polimeno – che era frattanto era rimasto a vigilare amorevolmente sul cantiere – abbiamo inondato di domande la Andronico che, con grande disponibilità e professionalità, ha frantumato ogni nostro timore contestualmente sbriciolando la nostra ansia da perdita di memoria con risposte tecniche ma appassionate.
Come è noto, infatti, dopo l’ondata di distruzioni del patrimonio archeologico nazionale, ingenerate dalla smania di ricostruzione del dopoguerra, il nostro legislatore ha adottato una normativa ad hoc per tutelare le zone di interesse archeologico. La normativa prevede che le verifiche sui luoghi vengano fatte nella fase della progettazione preliminare sotto la vigilanza delle Soprintendenze.
È chiaro che Piazza Garibaldi si trova in una zona che è già di interesse archeologico ed abbiamo appreso che sono già stati effettuati i carotaggi fino ad una profondità di 8 metri e che – in alcune zone – lo strumento si è fermato. I controlli hanno avuto luogo nella zona sud della piazza, laddove le risultanze hanno comprovato la presenza di residui torrentizi; nella zona a monte – a ridosso dell’edicola – e nella porzione circostante la statua di Garibaldi. Al momento sono stati rinvenuti dei cocci con residui di vernice nera, il che farebbe presupporre una collocazione temporale al periodo greco ed una grossa porzione di strada a ciottoli rinvenuta ad una profondità di 4 metri. A questo punto, considerati i riscontri positivi, si passerà alla fase successiva: la delimitazione di tre aree di interesse, della dimensione di 15×15 metri, per effettuare ulteriori approfondimenti. Non rimane che continuare a vigilare ed aspettare, con il cuore in gola, gli esiti dei saggi archeologici.
Monica Bolignano