Reggio Calabria. Lui “sospetta” che il bambino non nascerà sano, ma lei e il marito sono decisi ad andare avanti a tutti i costi. Allora decide lui. Ha dell’incredibile la vicenda resa nota dal comandante del Nucleo di Polizia Tributaria, il tenente colonnello Luca Cioffi, stamani nel corso della conferenza stampa sull’indagine Mala Sanitas.
Una donna alla 17ima settimana di gravidanza. «Lei – spiega Cioffi – ritiene di avere la fortuna, ma in realtà forse è la sua sfortuna, di avere il fratello che è medico. Il fratello, per il sospetto che questa donna sia affetta da una patologia cromosomica e da una carenza di liquido amniotico, dopo avere rappresentato alla donna che questo bambino potrebbe avere dei problemi perché presenta queste criticità, riceve comunque dalla sorella l’esternazione della propria determinazione a portare avanti la gravidanza, “voglio lottare fino alla fine”, e anche il marito della donna è pienamente d’accordo con la moglie nel provare fino alla fine ad avere il bambino. Il fratello della donna, invece, si autodetermina a decidere al posto della sorella, decide che questo bambino non deve nascere, e quindi si mette d’accordo con altri due medici per organizzare l’aborto di questo bambino. Innanzitutto – prosegue il racconto del tenente colonnello – chiede a un medico di cambiare l’etichetta della flebo che viene somministrata alla sorella, per somministrarle un medicinale che serve a favorire le contrazioni, però nello stesso tempo d’accordo con un altro medico decide che non appena sua sorella inizierà ad avere queste contrazioni, quindi si simulerà un aborto spontaneo, le dovrà essere somministrato dall’altro medico che la visiterà, attraverso l’introduzione di un ovulo, un medicinale che serve a dilatare l’utero. Di fatto la donna ha un aborto che anche nella cartella clinica viene consacrato come un aborto spontaneo».
Fabio Papalia