Reggio Calabria. “L’inchiesta “Fata Morgana” ha fatto tabula rasa di un sistema di potere che ha esercitato il suo predominio sulla gestione della cosa pubblica reggina. Da parte di Cgil, Cisl e Uil di Reggio Calabria è concreto l’apprezzamento nei confronti dell’operato dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, donne e uomini impegnati in una diuturna lotta contro il malaffare e la criminalità organizzata, con l’unico obiettivo di rendere più democratica e vivibile la città di Reggio Calabria e il territorio della sua provincia”. E’ questo il commento offerto all’opinione pubblica reggina dai segretari generali dei sindacati confederali, Mimma Pacifici, Domenico Serranò e Pino Zito, in ordine al lavoro investigativo che ha portato all’emissione del decreto di fermo “Fata Morgana”. “Uomini e donne al servizio dello Stato – proseguono i segretari provinciali di Cgil, Cisl, e Uil -nonostante le insufficienze di organico che sono state denunciate dal procuratore capo Federico Cafiero de Raho e dal suo più stretto collaboratore Gaetano Paci e, vogliamo ricordarlo, sono state sottolineate durante l’iniziativa sulla legalità organizzata dalle sigle confederali che si è tenuta presso la sala “Calipari” di Palazzo Campanella. La rete scoperta dagli investigatori della Guardia di finanza, stando a quello che è stato scoperto dagli uomini delle Fiamme gialle, aveva stretto l’economia e la politica della città con un cappio soffocante. Un nodo scorsoio che, purtroppo, aveva dispiegato i suoi effetti nefasti anche sul mondo del lavoro, in una provincia qual è quella di Reggio Calabria che stenta ad uscire da una crisi ormai storicizzata”. “L’inchiesta “Fata Morgana”, fra le altre cose, ha messo in risalto gli interessi della criminalità organizzata nel settore della grande distribuzione – dicono ancora Mimma Pacifici, Domenico Serranò e Pino Zito – una fetta di mercato che muove cifre considerevoli, dentro la quale hanno trovato spazio decine di lavoratori. Maestranze che, vogliamo ricordarlo, per lungo tempo sono state costrette a fare ricorso agli ammortizzatori sociali per trovare rimedio a un blocco improvviso e praticamente coincidente di diverse unità produttive di settore”. “Sulle questioni del lavoro, al centro anche dell’iniziativa celebrata a Campo Calabro in occasione della festa dei lavoratori – concludono i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil – come sindacati confederali non possiamo che concentrare le nostre attenzioni. Alle istituzioni, alla politica locale, regionale e nazionale chiediamo un cambio di passo nell’attuazione di tutte quelle politiche che potrebbero dare una boccata di ossigeno a un’economia sempre più agonizzate. E’ il momento di agire, di dare risposte concrete alle richieste dei tanti giovani calabresi che vorrebbero costruire il proprio futuro nella terra natia”.
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