Denis Verdini a Cosenza: l’Ala per far volare Guccione

Da sinistra: Galati, Verdini, Guccione, Ennio e Luca Morrone

Da sinistra: Galati, Verdini, Guccione, Ennio e Luca Morrone

Cosenza. “Se i senatori di Ala votano per dare più solidità all’azione di Governo non è scorretto dire che siamo in maggioranza, se volete, ma sul piano politico è improprio. Non abbiamo sottoscritto alcun patto se non quello di votare ciò che riteniamo utile al paese”. Così Denis Verdini ha risposto alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa a Cosenza, dove è giunto per sostenere la lista che fa capo a Giacomo Mancini, Pino Galati ed Ennio Morrone a sostegno del candidato a sindaco del centrosinistra Carlo Guccione.
Il confine tra alleanza e partito di governo è molto sottile, di certo c’è che al referendum confermativo di ottobre, Ala si spenderà per il Sì e non potrebbe essere altrimenti considerato che anche Verdini ha contribuito alla stesura del testo. In ogni caso, Verdini è pacatamente chiaro: “Nessun problema nel sostenere il governo in tutte le sue iniziative, senza infingimenti”. Quanto alla prova delle elezioni amministrative del 5 giugno, per Ala sarà un banco di prova. Il leader Verdini non vuole che vengano ritenute significative a livello politico nazionale (probabilmente proprio per l’incertezza del risultato) e dice “sono una storia a parte da sempre, poi ognuno da la valenza che ritiene di dare”.
Nel corso della conferenza stampa viene fuori, inevitabilmente, la domanda a Carlo Guccione se provi imbarazzo a stare accanto a un condannato (in primo grado) per reati gravi. La risposta strappa un applauso (prevedibile) dei sostenitori: “Sono garantista non a senso unico ma sempre. Ognuno si difende nelle sedi più opportune, in Tribunale. Da parte mia, nessun imbarazzo”.
Lo stesso Denis Verdini non si sottrae alla provocazione e replica: “Io non sono di quelli che dicono di avere fiducia nella giustizia perché la giustizia è fatta di uomini e donne pm e giudici. Io ho fiducia nei fatti. Nella requisitoria del pm nel processo in cui sono stato condannato si parla per un’ora e mezza di tutto ciò che è accaduto nel Paese fuorché di me. Tuttavia ho fiducia nell’istituzione della giustizia che prevede tre gradi di giudizio”.
Se la migliore difesa è il contrattacco, allora Verdini lancia il suo guanto di sfida: “E’ giusto che mi difenda in tribunale ma nessuno raccoglie la sfida di un confronto pubblico per difendere il mio onore. Vorrei un pool dei giornalisti più esperti che sanno leggere bene le carte giudiziarie per chiedere tre cose, se è vero che non mi viene contestato di aver preso un soldo, se qualcuno ha perso un euro, e se non è vero che ci ho rimesso il mio patrimonio personale, ad esempio nel Giornale di Toscana io ho perso oltre dieci milioni di euro. Se queste cose non sono vere sono pronto a dimettermi da senatore”.

Annalia Incoronato

Nella foto da sinistra: Galati, Verdini, Guccione, Ennio e Luca Morrone

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