Reggio Calabria. La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha emesso il dispositivo della sentenza all’esito del processo di secondo grado scaturito dall’operazione della Polizia, denominata “Do ut des”, l’indagine condotta contro il clan Lo Giudice: una assoluzione e otto sconti di pena. Assolto dall’accusa di essere prestanome dei Lo Giudice, per non aver commesso il fatto, l’imprenditore Nino Spanò, proprietario di una rimessa nautica.
Gli altri otto imputati, invece, hanno visto riconosciute riduzioni delle condanne inflitte in primo grado nel giugno 2014 dal collegio presieduto da Silvia Capone, Maria Teresa De Pascale e Margherita Amodeo a latere.
Queste le condanne rideterminate in Appello: Luciano Lo Giudice, fratello del pentito Antonino: 13 anni e 9 mesi di reclusione (20 anni in primo grado); Saverio Spadaro Tracuzzi, ex ufficiale dei Carabinieri già in forza alla Dia di Reggio Calabria: 10 anni (14 anni e 6 mesi in primo grado); Giuseppe Reliquato: 12 anni e 8 mesi (16 anni in primo grado); Bruno Stilo: 12 anni e 8 mesi (16 anni in primo grado); Antonio Cortese: 12 anni e 4 mesi (18 anni in primo grado); Salvatore Pennestrì: 11 anni e 6 mesi (13 anni in primo grado); Giuseppe Lo Giudice: 3 anni e 8 mesi (7 anni e 6 mesi in primo grado); Giuseppe Cricrì: 4 anni (4 anni e 6 mesi in primo grado).
Luciano Lo Giudice, in particolare, è stato assolto dal capo di imputazione quale presunto capo e promotore dell’associazione mafiosa, è stato condannato quale partecipe.
Fabio Papalia