Cosenza. Occhiuto vince, il centrosinistra si divide. Anzi no, era già diviso. E ora la resa dei conti è aspra. Il candidato sconfitto Carlo Guccione non si nasconde e ammette “conoscevo i sondaggi ma sono un dirigente di partito e non mi sono tirato indietro”. La colpa di quanto accaduto non è certo solo sua e qualche sassolino inizia a toglierselo dalle scarpe. Intanto il dato di fatto è che alla conferenza stampa convocata sull’analisi del voto mancavano i segretari del Pd provinciale e regionale, così come altri maggiorenti dem che in teoria avrebbero dovuto combattere a fianco al candidato post-Presta e invece si sono defilati (salvo collegarsi telefonicamente con qualche scagnozzo per ascoltare in diretta le parole del consigliere regionale).
Guccione lo dice in maniera piuttosto esplicita, pur con l’eleganza del non far nomi: “C’è chi ha combattuto, chi si è nascosto dietro la trincea e anche chi ha votato dall’altra parte. Se si valutano le convenienze avremo vita breve. C’è chi si è giocato una partita che non erano le amministrative ma un’altra partita politica da qui a qualche mese. Chi ha votato dall’altra parte però non ha capito che qui era in gioco la nostra stessa esistenza”. Smascherati, dunque, quelli che come candidato a sindaco hanno girato le schede a favore di Occhiuto.
In mezzo c’è una storia iniziata a settembre dell’anno scorso, quando Magorno voleva dall’inizio candidare Guccione. Poi arrivò Lucio Presta, irremovibile la sua proposta nelle interlocuzioni a Roma con Lotti e Guerini. A pochissimi giorni dal voto, il manager abbandona il campo e – vicenda ormai arcinota – Guccione si sacrifica. “In quei mesi le percentuali a favore di Occhiuto erano bulgare”, svela il candidato sconfitto. Ma l’argine costruito in corsa non è bastato a riparare il centrosinistra dalle straripanti liste civiche a sostegno dell’architetto.
Il problema ora è più ampio, se il Pd a Cosenza si ferma al 6,99 per cento. “Il Pd nel Mezzogiorno è in difficoltà, ci sono troppi comitati elettorali. Dobbiamo costruire il partito, cambiare strategia politica”. Ricostruire, dunque. Con chi? “Il problema non è tagliare teste perché le questioni restano sempre anche cambiando le persone. Il Pd deve prendere coscienza che rischia di rimanere estraneo alla Calabria”, prosegue Guccione. Chi meglio di lui sa quante correnti e divisioni ci sono nel partito democratico? “La sera stessa che abbiamo fatto cadere Occhiuto eravamo già divisi”.
Il segretario regionale Ernesto Magorno lo ha tirato in ballo con una proposta scioccante, affidargli la conduzione del congresso straordinario. Ma Guccione non risponde e glissa: “Ne parleremo in seguito”.
Annalia Incoronato