Reggio Calabria. A seguito di una coordinata attività di pianificazione, finalizzata alla prevenzione e repressione dei reati in danno all’avifauna selvatica, dopo costanti e ripetuti appostamenti e intensi controlli nell’ambito dell’attività antibracconaggio, operati da personale Noa (nucleo operativo antibracconaggio) appartenente all’ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato, unitamente a personale del Nipaf (nucleo investigativo polizia ambientale forestale), del Comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Reggio Calabria, nelle località del basso versante tirrenico della provincia reggina, sono state denunciate sei persone, alle quali sono stati contestati i reati di ricettazione, maltrattamento di animali e violazione della normativa sulla caccia relativa alla detenzione di specie protette e particolarmente protette (L. 157/92). Gli uomini del Corpo forestale dello Stato hanno, inoltre, sequestrato 18 reti per l’uccellagione, 250 animali tra i quali alcuni vivi e alcuni morti, appartenenti ai fringillidi, famiglia di uccelli facente parte dell’ordine dei passeriformi, in particolare cardellino (Carduelis carduelis), verzellino (Serinus serinua), lucherino (Cardelius spinus), verdone (Chloris chloris) e fanello (Carduelis cannabina). Sono state inoltre sequestrate 25 gabbie che servivano per la detenzione degli esemplari. Il possesso e il commercio illegale di avifauna selvatica rappresenta una fonte di lucro considerevole per i soggetti che la praticano in spregio all’ambiente, all’ecosistema, nonché alla normativa vigente in materia. Per questo, da sempre, il Corpo forestale dello Stato pone attenzione massima e massimo impegno al fine di contrastare il fenomeno del bracconaggio. L’invito rivolto alla cittadinanza è alla massima collaborazione, segnalando al 1515, numero di emergenza ambientale del Corpo forestale dello Stato, ogni comportamento sospetto e potenzialmente lesivo per l’equilibrio dell’ecosistema e la tutela dell’ambiente.
