Messina. Questa mattina i Carabinieri della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Messina nell’ambito di indagine coordinata dal pm Alessia Giorgianni, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina, hanno eseguito un’ordinanza su richiesta per l’applicazione di misure cautelari personali, interdittive e reali emessa dal gip Maria Teresa Arena, a carico di:
1. A.G.G. nata a Montalbano Elicona cl. 1958 e residente in Messina;
2. F.S nato a Barcellona Pozzo di Gotto cl. 1991 e residente in Furnari;
3. F.L.R. nata a Barcellona Pozzo Di Gotto cl. 1968 e residente in Santa Marina Salina;
4. L.G. nata a S. Pier Niceto cl. 1963;
5. N.C. nata a Monreale cl. 1961;
6. D.C. nata a Noto cl. 1956 e residente a Palermo.
A costoro sono stati contestati i reati di cui agli artt. 110 e 479 c.p. “Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché al fine di commettere il reato di cui all’art. 323 c.p. comma 2, “abuso in atti di ufficio”, in concorso materiale fra loro, formavano un atto pubblico falso. In particolare, secondo l’accusa, il 2°, 3° e 4° soggetto, nella qualità di privati, determinavano A.G.G., Architetto presso il Genio Civile di Messina, a formare un atto di stima di un terreno sito nel comune di Furnari, falso nella parte relativa alla stima del bene per la successiva vendita. Il funzionario A.G.G. quale autore materiale, attestava nell’atto indicato un valore per la vendita pari ad euro 3.944,80, quando il terreno andava stimato in più di 368 mila euro. La stessa, ancora secondo l’accusa, nella sua qualità di dirigente dell’Ufficio del Genio Civile di Messina, procurava un ingiusto vantaggio ai privati concorrenti indirizzando la falsa stima del terreno sito in Furnari agli Uffici del Dipartimento Regionale del Bilancio e del Tesoro della Regione Siciliana che nel mese di luglio del 2014 autorizzava la vendita in favore di due indagati per poi stipulare il contratto di compravendita presso il notaio in Barcellona Pozzo di Gotto l’11.09.2014. I funzionari della Regione Sicilia, sempre secondo l’accusa, procuravano intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale ai predetti privati recando evidente danno patrimoniale all’Ente regionale, violando dapprima le norme sulla trasparenza della azione amministrativa per poi autorizzare la vendita del bene all’indicato prezzo sottostimato.
La complessa attività di indagine svolta dai Carabinieri della Sezione di polizia giudiziaria presso il Tribunale di Messina, coordinata dal pm Alessia Giorgianni ed arricchita dal contributo della Guardia di Finanza di Barcellona Pozzo di Gotto, ha consentito di suffragare le risultanze investigative.
Contestualmente alla esecuzione della predetta ordinanza, è stata applicata la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico Ufficio per la durata di mesi sei nei confronti degli indicati funzionari della Regione Siciliana.
E’ stato altresì disposto ed eseguito il sequestro preventivo dell’area in questione ricadente nel Comune di Furnari.