Reggio Calabria. “C’è stato un momento che li ho messi tutti assieme e hanno vinto… E sono arrivati al settanta per cento”. L’avvocato Paolo Romeo si esprimeva così, durante una conversazione intercettata dagli investigatori del Ros dei Carabinieri, nel commentare l’esito delle elezioni comunali del 2007 che videro entrare Giuseppe Scopelliti a Palazzo San Giorgio da dominatore della scena politica comunale. Colui che Giacomo Ubaldo Lauro, storico collaboratore di giustizia che ha aiutato la Dda di Reggio Calabria a decifrare la struttura della nuova ‘ndrangheta locale, non esita a definire il “Lima reggino” davanti al suo interlocutore mette in chiara evidenza, ancora una volta, quale sarebbe stato il suo peso nelle vicende politiche e amministrative di Reggio Calabria.
Il riferimento temporale è alla tornata elettorale per il rinnovo del consiglio comunale reggino del 2007 e l’avvocato Paolo Romeo, secondo l’accusa dominus delle strategie politiche della criminalità organizzata al pari del collega Giorgio De Stefano, al suo interlocutore chiarisce quali siano le differenze fra la sinistra e la destra in riva allo Stretto. Con la prima componente politica da sempre troppo aperta alla discussione, ma capace di ritrovarsi in piena sintonia ed unità davanti a scadenze elettorali importanti, e la seconda – quella del cuore – da sempre litigiosa nelle sue varie correnti.
E’ il 15 aprile del 2014 quando una delle tante cimici piazzate dai carabinieri per carpire i segreti di Paolo Romeo, quella installata a bordo della sua autovettura, registrava una chiacchierata “interessante” con tale G.M. (soggetto non raggiunto da alcun provvedimento cautelare).
“ROMEO Paolo: Comunque dici che cazzo vuoi, questi della sinistra sono più attivi di questi di destra!; G.M.: Si…; ROMEO Paolo: O no? Hanno questa cazzo di mania di parlare, di ragionare, di incontrarsi… quelli di destra se ne fottono…; G.M.: Lo sai che hanno… di buono, pure? Che tra… anche se non si possono vedere, comunque con con loro, tra loro…; ROMEO Paolo: Si.; G.M.: Un dialogo lo aprono. ROMEO Paolo: Eh. Qua si litigano… G.M.: Qua si litigano e… e “voltano a morte”! ROMEO Paolo: Si! Si insultano, si fanno… G.M.: Poi nel… quelli invece, si non si possono vedere, si odiano… però comunque si incontrano e si parlano, fanno gruppo quando c’è bisogno! Ma c’è stato un minuto, voglio dire… se si erano messi senza litigare… Peppe Scopelliti, Alberto Sarra e e… Antonio Franco… chi chi… chi li poteva a tutti e tre assieme! C’è stato un periodo che chi chi li ammazzava? Nessuno! ROMEO Paolo: Eh, si sono messi… G.M.: Eppure si… hanno litigato, no? ROMEO Paolo: Quan… quando li ho abbandonati! Da quando… c’è stato un momento che li ho messi tutti assieme e hanno vinto… G.M.: eh. ROMEO Paolo: E sono arrivati al settanta per cento”. (Dall’ordinanza né Scopelliti né Franco risultano indagati nda).
Per i magistrati reggini, quindi, “Appare evidente che il positivo esito della tornata elettorale del 2007, in cui, effettivamente, a conferma della credibilità delle affermazioni del ROMEO, SCOPELLITI Giuseppe ha ottenuto circa il 70% delle preferenze, va ricondotto all’attività del ROMEO stesso, che, consapevole del suo ruolo di direzione strategica, nella conversazione appena analizzata, non manca di rivendicare a sé i meriti di un risultato elettorale plebiscitario”.
Giovanni Verduci