Operazione Mamma Santissima. I boss della ‘ndrangheta erano al corrente della strategia stragista di Cosa Nostra

Il santuario di Polsi

Il santuario di Polsi

Reggio Calabria. I boss della ‘ndrangheta erano al corrente della strategia stragista di Cosa Nostra. Della volontà della mafia di lavare con il sangue di magistrati e cittadini la stretta legislativa imposta dallo Stato, che portò a cavallo degli anni novanta a quell’esplosione di violenza che, fra le altre, tagliò le vite di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte, se ne parlò a Polsi. Questo episodio, che racconta un pezzo cruento della storia repubblicana italiana, è finito dentro le carte dell’inchiesta “Mamma Santissima”.
I magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ed i carabinieri del Ros, nella loro certosina opera di ricostruzione storica dei rapporti fra ‘ndrangheta e massoneria, hanno ripescato un verbale del 1995 nel quale, i pubblici ministeri Vigna e Tescaroli, raccolgono le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Pasquale Nucera. Questi, davanti ai magistrati che lo hanno interrogato, ha raccontato di un summit presso il santuario di Polsi che si sarebbe tenuto il 28 settembre del 1991 e che avrebbe visto la partecipazione di circa 50 persone, tutti esponenti di spicco della ‘ndrangheta calabrese e statunitense, australiana, appartenenti alla Sacra corona unita ed un emissario di Cosa nostra.
In quell’occasione, ai boss calabresi venne spiegato il “piano politico-criminale” elaborato dalla criminalità organizzata nel 1991. A quel vertice Pasquale Nucera vi avrebbe preso parte in rappresentanza della famiglia Iamonte di Melito Porto Salvo.
Il “colletto bianco” della mafia mise in chiaro ai capi mafia presenti che in Italia di lì a breve ci sarebbero stati “sconvolgimenti”, affermò la necessità che le famiglie calabresi segnate da faide cruente e sanguinose addivenissero a quella pace che le cosche mafiose auspicavano e ritenevano indispensabile per perseguire e realizzate un progetto politico, la costituzione di un movimento politico di cosa nostra. La mafia, insomma, voleva scendere in campo, ai capi bastone non bastavano più i politici compiacenti, voleva entrare direttamente nelle stanze dei bottoni e pensava di farlo sotto le bandiere del “partito degli amici”.
Nel corso della riunione uno dei boss presenti avrebbe spiegato che si trattava di conquistare il potere politico, abbandonando i vecchi politici collusi, che non garantivano più degli interessi mafiosi, facendo ricorso ad uomini nuovi per formare un partito da portare al successo elettorale attraverso una campagna terroristica. Questa campagna si sarebbe realizzata in una doppia fase. Nella prima sarebbero stati eliminati alcuni esponenti dello Stato che impedivano alla mafia di incrementare il proprio potere. Nella seconda si sarebbe passato a destabilizzare, attraverso la strategia della  tensione, il vecchio potere esistente.
A quel vertice, però, non si sarebbe entrato nel vivo del progetto. Ai presenti venne offerto un quadro di insieme, ma le scelte definitive vennero preso da un cerchio ristretto, dai vertici elitari delle organizzazioni criminali. Un vertice gerarchico, la “Santa”, al quale sarebbero appartenuti anche elementi della massoneria e dei servizi deviati, molto più ristretto che mise nero su bianco nomi, modi, e tempi della strategia stragista della mafia.
Ecco lo stralcio dell’interrogatorio di Pasquale Nucera sulla riunione di Polsi che: “Aveva sicuramente altre finalità. Tant’è vero che credo che la vera e propria riunione non è che tu fatta a Polsi; a Polsi fu fatta una riunione come nel gergo nel modo di fare mafioso, per dare voce al popolino, al popolino della ‘Ndrangheta. C’era la ‘Ndrangheta e le organizzazioni mafiose, come ben si sa le organizzazioni mafiose sono suddivise in tre categorie: primo livello, secondo e terzo livello. Che poi c’è un quarto livello, diciamo, di una certa componente dell’organizzazione che fanno parte della massoneria, la così detta massoneria deviata; o componenti ancora, sempre nel quarto livello, di servizi segreti deviati che c’erano allora. Sempre componenti dell’organizzazione. Questi livelli, almeno da noi, anche se Cosa Nostra usa un altro sistema di cupola e compagnia varia, noi siamo il livello di: Maggiore, minore e Criminale. La criminale è al vertice a cui fanno… la minore è la manovalanza, diciamo. La maggiore è una forma di caporalismo, diciamo. E’ suddivisa cosi anche per rompere la catena, perché la minore non può essere al corrente dei fatti della maggiore e la maggiore non può essere al corrente dei fatti della criminale; mentre la criminale è al corrente di tutto. Tant’è vero che, quando si stabilisce una certa legge nel locale, diciamo nel così detto locale, il dispolo, il cosi detto dispolo si riunisce prima che è formato da tre, quattro persone, uno di questi è sempre infiltrato, sia nella massoneria deviata, sia nei servizi deviati … Dicevo, La ‘Ndrangheta è formata da Minore, Maggiore e Criminale. Mi riferivo a questo esempio per poter dire, lo scopo per cui è stata fatta la riunione a Polsi, al santuario di Polsi. Al santuario di Polsi è stata fatta questa riunione per dare credito a ciò che si stava facendo, anche perché un locale dice che deve dare conto ad un altro, sempre tramite il crimine di Polsi e diciamo al popolino della ‘Ndrangheta, o di Cosa Nostra.Però, come dicevo prima, si suol fare nella ‘Ndrangheta, le decisioni vengono prese altrove, dai gruppi più alti. Che non è che sono riunioni non formate da un centinaio di persone, ma bensì da quattro, cinque persone, o dieci persone, in genere. E, quindi, cioè, è stata fatta questa messa in scena ben sapendo che prima, le cose stavano …anche per dare un senso alla pace, per giustificare questa strategia fatta col fine di accaparrarsi del potere politico col nuovo partito che era in fase istruttiva, diciamo. In fase iniziale”.

Giovanni Verduci

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