Operazione Frontiera: 58 arresti dei Carabinieri, nomi e dettagli

Cosenza. Questa mattina, in Calabria, Campania, Basilicata, e Lombardia, i Carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Cosenza, con la collaborazione dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di 58 persone indagate per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, usura, illecita concorrenza con violenza e minaccia ed altri delitti.
Contestualmente, è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore complessivo di 7 milioni di euro.

I provvedimenti scaturiscono da:

Sulla base dei preliminari elementi raccolti, attualizzata la dipendenza gerarchico-criminale di Gallo Vito dai Muto, nel marzo 2015, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, la manovra investigativa convergeva sul Distretto catanzarese, al fine di aggredire il centro decisionale della citata articolazione ‘ndranghetista. sviluppandosi sotto la direzione del Dr. Nicola Gratteri, Procuratore Capo della Repubblica di Catanzaro, dei Procuratori Aggiunti Dr. Giovanni Bombardieri e Dr. Vincenzo Luberto, e dei Sostituti Procuratori Dr. Pierpaolo Bruni e Dr. Alessandro Prontera.

È stata così delineata l’operatività di un sodalizio mafioso facente capo all’indagato Francesco Muto, dedito principalmente ad attività di narcotraffico ed al pervasivo sfruttamento delle risorse del territorio di diretta influenza, attraverso una serie di attività fittiziamente intestate a prestanomi mediante le quali assumevano il controllo monopolistico di importanti settori commerciali, quali:

Rilevano in tal senso:

 

L’indagine ha inoltre documentato, anche attraverso una serie di mirati interventi repressivi, un’intensa attività di narcotraffico realizzata dagli appartenenti alla cosca Muto principalmente su due piazze di spaccio individuate nei centri di Sala Consilina (SA) e Praia a Mare (CS), sfruttando diversificati canali di approvvigionamento, utilizzati in base al tipo di sostanza commercializzata, tra i quali rilevano quelli con il clan camorristico dei Nuvoletta di Marano di Napoli e con altri sodalizi del comprensorio vesuviano.
Per quanto attiene la cocaina, è stato documentato, anche mediante diversi interventi di riscontro e sequestri, come la stessa, una volta approvvigionata, venisse custodita a Cetraro e poi ceduta, in quantitativi variabili, ai vari rappresentanti di zona, operativi nella gestione di singole piazze di spaccio.
Sono stati inoltre accertati, soprattutto nella stagione estiva, gli interessi della cosca Muto anche per la coltivazione di canapa indiana sugli estesi contrafforti appenninici dei comuni interni della Provincia settentrionale tirrenica cosentina. Nel corso delle indagini tecniche-intercettive svolte nell’estate del 2015 veniva infatti localizzato un significativo appezzamento di terreno coltivato con canapa indiana, nel comprensorio del Comune di Buonvicino (CS) e nella mattinata del 29 settembre 2015 venivano tratti in arresto 3 soggetti che si erano recati a mietere il raccolto, successivamente quantificato in complessive 336 piante con la massima percentuale di principio attivo. Nel corso della perquisizione, all’interno di un manufatto, venivano rinvenute e sequestrate numerose armi e munizioni, tra le quali un fucile a canne mozze, cinque pistole (tutte armi con matricola abrasa), un pugnale da caccia, 4 ordigni artigianali, esplosivo da cava e miccia detonante.
La centralità della cosca di Cetraro nel mercato dello stupefacente dell’alto tirreno è stato confermata, come già detto, da pregresse e coeve indagini della Compagnia CC. di Scalea le cui risultanze consentivano di trarre in arresto nell’odierna operazione 14 indagati.

Le attività investigative hanno infine consentito di individuare anche un gruppo di fuoco dedito alle rapine presso uffici postali ed istituti di credito del territorio controllato dalla cosca Muto, documentando finanche le fasi prodromiche ad uno di questi assalti, programmato presso l’Ufficio Postale di Sangineto paese (CS) ove, il 4 giugno 2015, nell’imminenza dell’azione delittuosa, veniva promosso un intervento preventivo che consentiva l’arresto in flagranza di 7 rapinatori ed il sequestro di armi con matricola abrasa complete di munizionamento, giubbetti antiproiettile, indumenti per il travisamento, materiali da sfondamento e 2 autovetture di provenienza furtiva.

In conclusione, l’indagine ha azzerato il vertice della storica cosca tirrenica, disarticolando uno dei sodalizi ndranghetisti ritenuti maggiormente violenti e pericolosi che sin dagli anni ’70 si distingue per tracotanza e violenza, imposta anche alle compagini criminali dei limitrofi territori del basso cilento ove aveva esteso da tempo la propria influenza

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