Reggio Calabria. In un’immaginaria società che si è molto imbruttita e che non vuol considerare l’arte, la cultura, si impone il ragionamento dei numeri. I numeri che non lasciano spazio alle opinioni, alla mediazione, che impongono la certezza matematica così è e così deve essere. Da qui parte il poliedrico Enrico Guarneri che, prima di salire sul palco con il suo “Don Chisciotte”, messo in scena nella prestigiosa kermesse artistica Catona Teatro che, ieri sera, è tornata alla base originale l’arena “Alberto Neri” grazie alla caparbietà dell’associazione Polis Cultura diretta da Lillo Chilà al quale, l’attore catanese rivolge un primo pensiero “per essere riuscito anche quest’anno, nonostante le difficoltà, a realizzare un evento importante per questa terra che ha sete e voglia di arte”, ci racconta la nuova e appassionante prova attoriale per la regia di Guglielmo Ferro. Protagonista indiscusso della messinscena, affiancato dai fedelissimi della sua compagnia, è il “mattatore” Guarneri che, prima di calarsi nei panni dell’eroe della Mancia spiega il confronto con il testo di Cervantes “una sfida avvincente ed esaltante”.
“E’ il romanzo dei romanzi e in questa opera mi farò in due: due Don Chisciotte che si muovono su piani paralleli ma temporalmente lontanissimi tra di loro. Da un lato, il Don Chisciotte originale, il cavaliere errante, l’eroe romantico e sognatore partorito dalla penna di Cervantes; dall’altro il maestro Piero, il bibliotecario che difenderà, fino alla morte, i suoi libri indispensabili per la crescita morale, artistica del genere umano, dalla distruzione decisa da un Governo tecnocratico e futuribile – spiega Enrico Guarneri – siamo ben oltre il 2016, in una società che non vuole più che si parli di materie quali la poesia, la letteratura, la religione, la filosofia ma vuole che ci sia solo matematica per avere delle certezze e non opinioni, non mediazioni ma bianco o nero, giusto o sbagliato. Il maestro Piero viene deposto dall’insegnamento e messo in biblioteca perché traviava i ragazzi parlando di quelle materie che inevitabilmente li facevano crescere. Le storie – continua Guarneri – si intersecano, si snodano su due piani temporali che mettono in evidenza l’essere giusto”.
Sul palco, prende forma una travolgente trasposizione teatrale dove il protagonista assoluto è l’attore Guarneri nei panni del sognatore Don Chisciotte che vola via dalla vita, immergendosi nelle gesta epiche dei cavalieri erranti, in un inciampo di eroismo che si trasforma in comicità onirica e ritrova nella vis-comica dell’attore siciliano la sua perfetta incarnazione. In un gioco di sogno e realtà, si inanellano una serie di improbabili avventure che mettono a dura prova “Don Chisciotte/Piero”, un sognatore moderno, che vive per i suoi libri e per essi morirà.
“Piero – conclude Guarneri continuamente applaudito dal pubblico stregato da una perfetta performance attoriale – non è altro che l’ultimo eroe romantico di una società tecnocratica e post –moderna dal quale dovremmo forse imparare qualcosa: a preservare quel che ci rende liberi e ad amare di più ciò che ci rende vivi”. Un messaggio pienamente condiviso dalla Polis Cultura che, ieri sera, riaprendo l’Arena “Neri” ha dimostrato alla città di amarla davvero e di continuare quel percorso artistico che ha il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare.
(foto Aldo Antonio Fiorenza)