Reggio Calabria. Il crescente fenomeno degli sbarchi dei profughi sulle coste calabresi e le “proteste” che decine di immigrati fanno scoppiare nelle periferie, l’ultima quella di ieri mattina nel centro storico della città, impone una seria ed immediata riflessione sul problema immigrazione. I fatti di Rosarno e la cruda realtà del contesto sociale in cui sono maturati, i focolai di protesta esplosi in tutta la loro drammaticità nel centro di Archi, impongono decisioni immediate e concrete. Questa tragedia umanitaria deve essere assolutamente affrontata senza correre dietro agli umori e guardando alle reali necessità di chi fugge da cruenti realtà, ma senza mai perdere di vista il disagio e le difficoltà di chi è chiamato ad accogliere queste popolazioni. Ritengo necessario, quindi, ed assolutamente improcrastinabile, che l’Assise regionale, massimo organo legislativo e democratico regionale, tenga una seduta ad hoc per individuare strategie efficaci ed attuabili sull’intero territorio calabrese per far fronte a questa emergenza umanitaria rispetto alla quale il Governo nazionale non ha ancora fatto nulla di concreto, anzi, perdendo ancora una volta, la chance di acquisire credibilità e peso decisionale all’interno di uno scenario internazionale in cui siamo sempre più delle comparse utili solo all’occorrenza. E’ in funzione di questa necessità che rappresenterò con forza, durante la prossima riunione dei capigruppo del Consiglio regionale, la necessità di una convocazione straordinaria dell’assemblea sul tema unico dell’immigrazione.
La mancanza di una adeguata strategia per fronteggiare i quotidiani sbarchi sulle nostre coste, e noi siamo una Regione con migliaia di Km di costa, e di strumenti e mezzi adeguati per fronteggiare un esodo dalle dimensioni apocalittiche, sta generando concreti e gravi ripercussioni sociali, con rischi emergenziali e, purtroppo in aumento, di infiltrazione criminale. In tutto questo evidenziamo gli immani sforzi delle nostre comunità, che hanno sempre accolto con amore i fratelli stranieri, ospitandoli nelle strutture locali e provando ad inserirli all’interno della società, un atteggiamento che evidenzia uno spirito eccezionale di responsabilità e condivisione, e che le istituzioni hanno il dovere di seguire e tutelare. Siamo di fronte ad una triste realtà che non può più essere sottovalutata o trattata con sufficienza anche perché tocca la dignità di tutte le persone coinvolte, immigrati e non.
La comunità deve avere consapevolezza e coscienza di questa presenza sul territorio, di come la si sta gestendo e se stanno emergendo atti criminosi o meno. Ne va della sicurezza dell’intero territorio calabrese. Con leggi specifiche dobbiamo dimostrare, come è stato fatto con la L.R. n°18 del 2009, finanziata nel 2013, che l’integrazione non ha un colore politico. Quel modello, applicato nella Locride, ha funzionato realmente perchè ha riguardato i rifugiati richiedenti asilo e non i clandestini. Un piccolo ma importante dettaglio che la nostra Regione deve assolutamente considerare. In Italia e nel resto dell’Ue, il numero degli stranieri è destinato a salire, ancora per ragioni demografiche. Ritengo urgente, quindi, l’avvio di una fase politica lungimirante in tema di immigrazione che deve basarsi su una garanzia di sicurezza e legalità, e che abbia la forza e la concretezza di richiamare su di sé quella cooperazione internazionale auspicata tante volte ma mai concretamente riscontrata.
Francesco Cannizzaro
Capogruppo Cdl Consiglio regionale