di Giovanni Verduci
Reggio Calabria. Mia nonna avrebbe laconicamente commentato: ma si ci ‘ttocca (ma se gli spetta ndr)! Se si tratta di un diritto acquisito è giusto farselo riconoscere: sia per le prestazioni sanitarie di cui parlava mia nonna che per gli assegni vitalizi versati dalle casse dello Stato a parlamentari o consiglieri regionali. Il già folto elenco di “onorevoli” con il vitalizio si è allungato. Altri due nomi sono entrati a far parte di questa categoria particolare. Sono quelli di Antonio Rappoccio e Claudio Parente.
Al primo, ex consigliere regionale della lista “Scopelliti presidente”, arrestato dalla Guardia di finanza nell’estate del 2012 per corruzione elettorale, poi scarcerato e oggi ancora sotto processo, in stato di libertà, saranno versati mensilmente – con decorrenza dal primo giorno di agosto del 2016 – 2 mila e 996 euro circa, al lordo delle ritenute di legge.
Il secondo, invece, anch’egli entrato a Palazzo Campanella nelle fila della lista “Scopelliti presidente” (fu coinvolto in maniera marginale nell’inchiesta “Erga omnes” sull’uso dei fondi destinati ai gruppi consiliari del parlamento calabrese), dalle casse del Consiglio regionale otterrà mensilmente 3 mila 745 euro circa al lordo delle ritenute previste dalle normative nazionali in materia.
Per ottenere il riconoscimento dell’assegno vitalizio Antonio Rappoccio, insieme a una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà ha dichiarato di non aver riportato condanne definitive per uno dei delitti contro la pubblica amministrazione, ha presentato una richiesta di riscatto del periodo mancante alla maturazione del diritto al vitalizio e, successivamente, ha provveduto al versamento di oltre 31 mila euro di contributi volontari. Rappoccio, classe 1960, ottiene in tal modo il vitalizio, grazie al versamento dei contributi, con 4 anni di anticipo rispetto ai 60 anni d’età previsti dalla legge regionale.
Del tutto diversa, invece, la posizione di Claudio Parente. Il politico di Rogliano, infatti, ha ottenuto il riconoscimento dell’assegno vitalizio per il mandato svolto durante la nona legislatura a Palazzo Campanella: quattro anni, 7 mesi e 25 giorni, arrotondati – dietro il pagamento di un corrispettivo economico – a cinque dato che, per legge, “la frazione di anno si computa come anno intero”. Questo è quanto spetta ai due politici.