Calabria Verde. Laura Ferrara (M5S): «Imbarazza silenzio della politica calabrese». Già pronta interrogazione a Commissione europea

Laura Ferrara

Laura Ferrara

Bruxelles. È passato appena qualche mese da quando il Movimento 5 Stelle denunciava, anche attraverso una interrogazione alla Commissione europea a firma Laura Ferrara, l’allegra gestione di fondi comunitari operata da Fincalabra, che già ci ritroviamo di fronte all’ennesimo caso di distrazione di ingenti risorse europee da parte di un ente in house della Regione Calabria. «Il terremoto giudiziario che ha investito Calabria Verde non fa che confermare la totale assenza di etica da parte di amministratori pubblici nominati, fra l’altro, dalla solita politica cieca, sorda e soprattutto muta. Anche per questo è già pronta una mia interrogazione in cui si porta a conoscenza della Commissione europea quanto emerso e soprattutto chiediamo quali controlli siano stati effettuati dall’autorità di gestione e dai dipartimenti competenti sull’utilizzo dei fondi destinati a questo ente». Questo il commento dell’eurodeputata calabrese circa l’inchiesta che ha portato all’arresto, fra gli altri, dell’ex direttore generale dell’ente. «La Calabria, regione in balia del dissesto idrogeologico, viene lasciata letteralmente franare ed i fondi europei destinati alla messa in sicurezza dei corsi d’acqua venivano invece, per come si apprende dalle carte dell’inchiesta, destinati al pagamento degli stipendi dei dipendenti di Calabria Verde. Una distrazione di circa 70 milioni di euro sottratti per finalità di lottizzazione politica e per uso privato anziché essere utilizzati per la rimozione del rischio esondazione, per interventi di mitigazione del rischio frane ed in generale per azioni di messa in sicurezza del territorio calabrese». Continua la Ferrara.
«L’indignazione dovrebbe essere generale ed invece dalle stanze dei politici calabresi non arriva nessun commento. Pieno garantismo, nonostante le misure cautelari ed i gravi fatti contestati. In totale tranquillità, gli operai di un ente regionale venivano impiegati nella casa del dirigente ad Amantea pur risultando in quelle stesse ore e giorni presenti in tutt’altro luogo. Emerge un quadro fosco e sconfortante. Comportamenti, da parte dei vertici di un ente pubblico, che superano la spavalderia istituzionale, valicano con troppa leggerezza e tranquillità i confini della legalità senza che alcun organo di controllo, anche e soprattutto politico, si accorga di quanto accade. Tutto questo mentre la Calabria si sbriciola sotto i nostri occhi».

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