Reggio Calabria. Il sindaco Giuseppe Falcomatà rompe il silenzio sulle dichiarazioni del premier Renzi in merito al Ponte sullo Stretto di Messina. Dopo avere opposto un netto diniego in campagna elettorale, inserendo il no al ponte nel programma, oggi Falcomatà, dopo la fuga in avanti di Renzi, fa retromarcia, anzi svolta, anzi frena. Insomma né sì né no… ma “con”, come spiega lui stesso sul suo profilo facebook così:
Mi informano che su alcuni organi di informazione sono state pubblicate notizie incomplete in merito al tema Ponte sullo Stretto. A tal proposito, oltre a invitarvi a vedere l’approfondimento di SkyTg24 andato in onda stamane, permettetemi alcune considerazioni.
Chiunque abbia un minimo di buon senso evita di approcciarsi al tema con un semplicistico si o no. Non esiste una questione ponte ma esiste una questione trasporti, cioè una questione mobilità, anzi diritto alla mobilità. E il ponte fa parte di questo processo che ricomprende l’A3, la ss106, le dorsali di collegamento, il Porto di Gioia Tauro, l’Aeroporto dello Stretto. Mi piacerebbe si guardasse la questione in questa ottica: rilanciare le infrastrutture al sud attraverso la realizzazione di un sistema integrato di trasporti. Alcune di queste cose sono previste nei Patti per il Sud promossi dal Governo Renzi, altre ancora no e bisogna lavorarci.
E questa non è, non può essere, una discussione squisitamente “politica”. Il ponte si può fare, se dal punto vista tecnico e nel confronto con i cittadini viene fuori che l’opera è possibile. Decisioni del genere devono vedere il coinvolgimento dei cittadini, delle energie attive e positive che ci sono sui territori. Bisognerà confrontarsi nel merito con loro, coinvolgere le Università. Reggio e Messina sono città universitarie, questa ricchezza non può rimanere fuori da un dibattito di questa importanza.
Il punto è anche un altro e cioè che non può rimanere l’unica opera programmata. In passato abbiamo condannato una visione che proponeva il ponte come una cattedrale nel deserto, pensandolo come l’unica infrastruttura da destinare a Calabria e Sicilia. Oggi non è più così, non può essere così. Questo territorio ha grandi esigenze di crescita. E se cresce la Calabria, se cresce il sud, cresce il Paese.
Per questo la sfida è più ampia rispetto ad un semplicistico “ponte si o ponte no”. Io lo sostituirei con un “ponte con”. Ponte con l’autostrada A3, con un Aeroporto degno di questo nome, con il rilancio del Porto di Gioia Tauro e della logistica del retro porto, ponte con una moderna e sicura ss106 e con un sistema di strade più efficiente. Se parliamo di ponte, non possiamo non parlare di queste cose, altrimenti scadiamo nel ridicolo.
Un’ultima considerazione. Un’opera pubblica non è né di destra né di sinistra. Può essere bella o brutta, utile o inutile, sostenibile o insostenibile, scadente o di qualità. Noi dobbiamo avere la capacità di progettare opere pubbliche belle, utili, sostenibili e di qualità.
Le grandi opere non devono spaventare ma stimolare. Dobbiamo fermare i corrotti e i delinquenti non le opere pubbliche. Se stiamo in difesa non realizzeremo mai nulla. Con questo atteggiamento l’uomo non sarebbe mai andato sulla luna.
In questo senso i posti di lavoro non sono il motivo dell’opera, sono una naturale conseguenza.
Accorinti solleva correttamente il problema delle altre emergenze, chi fa il sindaco si confronta ogni giorno con l’orizzonte del quotidiano. Ma noi dobbiamo essere capaci di costruire ponti e non alzare muri. Il sindaco deve essere un visionario con i piedi per terra: pensare alle esigenze del quotidiano ma avere la capacità di pianificare il futuro.