Reggio Calabria. Un abile esperto di fughe… Latitante dal 2011. Fra i cento ricercati più pericolosi d’Italia. Cinquanta uomini per catturarlo. Queste alcune informazioni su “la mamma” al secolo Antonio Pelle, 54 anni, ritenuto capo dell’omonima cosca di San Luca, federata con quella di Vottari, localizzato in un vano segreto nel suo appartamento in contrada Ricciolio di Benestare.
L’uomo dell’omonimo clan che diede il via alla sanguinosa faida di San Luca culminata con la strage di Duisburg di Ferragosto 2007 e scosse una tranquilla Germania ignara del consistente peso che la ‘ndrangheta calabrese aveva assunto anche fuori dalla Calabria. Nel 2011 era riuscito a farsi ricoverare all’ospedale di Locri, dopo aver perso molto chili in carcere e a seguito di un malore. Ma l’anoressia, secondo quanto accertarono gli inquirenti, sarebbe stata indotta da pillole dimagranti assunte di proposito. Veniva trasportato d’urgenza presso l’ospedale di Locri, da cui si rendeva irreperibile.
Un delinquente non comune insomma, uno di quelli che dà filo da torcere. Ma in Calabria è una storia vecchia ormai, quella del boss che fugge ma non lascia la propria terra in un ultimo e disperato tentativo di marcare il territorio. Tuttavia non poteva sfuggire alla forza dello Stato, di questa parte di Stato, che ormai da anni, veglia su Reggio Calabria e sferra duri colpi alla criminalità organizzata.
I meriti? Il Merito va al Questore Raffaele Grassi, che ha dato impulso e vigore ad un pool di personale investigativo di prim’ordine che garantisce assoluta riservatezza di indagine e capacità di intervento rapido a tutela della sicurezza pubblica. Il Merito va alla sinergia e ai sacrifici della Squadra Mobile, gli uomini del Dott. Francesco Rattà, coordinati dal Servizio Centrale Operativo. Il Merito va alla magistrale direzione delle indagini del Procuratore Capo Federico Cafiero De Raho, che fin dal suo arrivo a Reggio Calabria, con straordinaria discrezione, impegno e determinazione, ha voluto dare un nuovo imprinting a quella che sarebbe stata la stagione della lotta alla criminalità organizzata: un periodo costruito su risposte chiare e nette; la risposta dello Stato, quella che stavolta ti presenta il conto, che sradica il malaffare, dando concreta percezione delle istituzioni democratiche nella provincia di Reggio Calabria a tutti quei cittadini e reggini onesti che vogliono respirare libertà.
Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti
Il Segretario generale Provinciale Raffaele Serranò