Operazione Confine 2. Il “mastro” intercettato parla dei fratelli Ruga: Giuseppe Cosimo “bravo ragazzo”

Federico Cafiero De Raho

Federico Cafiero De Raho

di Fabio Papalia

Reggio Calabria. Nelle carte dell’indagine Confine 2, eseguita dai Carabinieri e diretta dal procuratore della Repubblica distrettuale di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e condotta dal sostituto procuratore della DDA Simona Ferraiuolo e dal già sostituto procuratore della DDA Paolo Sirleo, vi è un’intercettazione di Giuseppe Commisso, alias “il mastro”, considerato dagli inquirenti figura apicale del locale di Siderno. Si tratta di un’intercettazione captata nell’ambito dell’operazione “Il Crimine” e acquisita agli atti del relativo processo, che i pm hanno inserito nella richiesta al gip Nicolò Marino, perché secondo l’accusa proverebbe l’esistenza della cosca Ruga-Gallace-Leuzzi.
U mastro, ritenuto uno dei massimi esponenti della ‘ndrangheta, nell’intercettazione esprimerebbe un giudizio positivo su Giuseppe Cosimo Ruga, considerato un “bravo ragazzo”. Un concetto che, secondo l’accusa, va correlato a un giudizio formulato secondo canoni e logiche di ‘ndrangheta e che va inteso come personaggio ben introdotto nell’organizzazione e rispettoso delle regole sottese ad essa. Meno lusinghiero, invece, secondo l’interpretazione che i pm danno delle frasi intercettate, sarebbe stato il giudizio su Andrea. Sembra che a lui si riferisse il mastro dicendo: “Sempre che va vedendo donne, che telefona, che fa…”; per puntualizzare poco dopo che “Il fratello è buono, quello che è dentro. Cosimino”.

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