Reggio Calabria. Cosa succederebbe se da una lista, in questo caso stilata dal coordinatore regionale, si escludessero i nomi più celebri e consolidati? Si riconoscerebbe il coraggio dell’innovazione o si criticherebbe la fioca attenzione data a illustri personaggi istituzionali? A quanto pare il problema sorge non per aver trascurato un’ipotetica struttura piramidale del partito, bensì per il metodo applicato. «Il modo con cui Jole Santelli, la coordinatrice regionale di Forza Italia, ha deciso i nomi dei coordinatori è poco democratico, in quanto è venuta a mancare la possibilità del confronto»: è questo il concetto che Nino Foti, vicesegretario regionale di Forza Italia, ha espresso durante la conferenza stampa tenuta ieri nella sala convegni del “Grand Hotel Excelsior”.
Il protagonista dell’incontro, dal tema “Reggio Calabria Città Metropolitana dimenticata: Idee per far ripartire il territorio”, nonché il più risentito per la sua esclusione (ingiusta a detta di molti suoi colleghi ed amici presenti in sala), ha voluto indagare sui presunti motivi reconditi che avrebbero portato a un divario così palese nello stesso partito: «fare politica – ha aggiunto Foti – è sacrificarsi, scegliere i compagni di viaggio migliori, ed evidentemente il motivo sta proprio nelle erronee scelte del passato, che avremmo voluto non si ripetessero».
Il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa, oltre a sostenere fervidamente Foti, ha espresso rammarico per il legame con le logiche territoriali troppo debole che la Santelli ha instaurato: «Ripartire si può? Certo, con concretezza e sensibilità per i disagi della nostra terra». ‘La donna dal colpo di Stato’, o meglio ‘di partito’, è stata definita la coordinatrice, per lo stupore che le sue decisioni hanno suscitato, ma soprattutto per l’impossibilità di una solida opposizione. «Non per questo però – ribadiscono alcuni esponenti azzurri – bisogna considerare i nuovi arrivi come una terribile minaccia. Le forze esterne sono il centro propulsore del partito, che altrimenti non cambierebbe più pelle, divenendo così ‘chiuso’; ma con gli stimoli che vengono da fuori bisogna pur sempre avere la possibilità di discutere, perché siano fecondi!». Discussione cui non ha preso parte, ieri sera, il consigliere regionale Alessandro Nicolò, annunciato tra gli organizzatori dell’incontro.
«Le idee camminano con le gambe degli uomini» ha detto Francesco Cananzi (nella foto il suo intervento) citando Pietro Nenni, per giustificare la preoccupante percentuale di non votanti in Calabria: «si è persa – ha aggiunto – la credibilità di chi si faceva portavoce degli ideali di FI; trovo difficoltà oggigiorno a pensare a un leader convincente nel nostro partito». Delusione e dispiacere: queste sono le amare parole chiavi dell’incontro, dal momento che la notizia è piovuta proprio in un periodo già segnato da precedenti conflitti ‘in famiglia’. Ma la speranza di un possibile futuro dibattito è ancora accesa, così come la voglia di ripartire dai richiami più bisognosi del territorio.
Beniamino Strani