‘Ndrangheta. Operazione Nexum: la conferenza stampa integrale degli inquirenti. Video

Da sinistra: Piccione, Scafuri, Cafiero De Raho, Franzese, Livia

Da sinistra: Piccione, Scafuri, Cafiero De Raho, Franzese, Livia

Reggio Calabria. Nelle prime ore di oggi 27 ottobre 2016 in questa provincia ed in quelle di Roma e Como i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, collaborati in fase esecutiva dai militari territorialmente competenti, in esecuzione a decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, hanno tratto in arresto 5 persone appartenenti, a vario titolo, alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale denominata cosca Paviglianiti, operante principalmente nei comuni di Bagaladi, San Lorenzo e Condofuri, sulla fascia jonica reggina, ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso, vari episodi di estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo mafioso.
Le complesse attività d’indagine, condotte dalla Compagnia di Melito Porto Salvo, hanno consentito:
– di ricostruire, con dovizia di particolari, come tutte le persone interessate avrebbero, continuativamente, nel periodo intercorrente tra il dicembre 2015 e l’ottobre del corrente anno, posto in essere diversi episodi di estorsione e tentativi di estorsione aggravati dal metodo mafioso ai danni di alcuni imprenditori operanti nel settore della grande distribuzione e del turismo;
– di accertare come i soggetti fermati fossero soliti, agendo con assoluta sfrontatezza, raggiungere le loro vittime all’interno o nei pressi delle loro attività commerciali chiedendo agli stessi di racimolare un po’ di denaro ed invitandoli a fare quindi un’“offerta libera” in favore dei detenuti della cosca di appartenenza. In un caso, a dimostrazione della particolare capacità di penetrazione e dell’asfissiante controllo del territorio posti in essere, uno dei soggetti, ritenuto elemento di assoluto vertice in seno alla cosca, era riuscito anche a sapere che un imprenditore del luogo si era aggiudicato all’asta un importante lotto di terreno, nonostante lo stesso avesse partecipato tramite procura e con la formula “per persona da nominare” e la cui identità doveva quindi rimanere segreta, e lo aveva redarguito per non avere chiesto la sua autorizzazione alla partecipazione a quell’asta ed invitandolo a “vedere il da farsi”.
La conferenza stampa è stata tenuta presso il Comando provinciale dell’Arma alla presenza del procuratore capo Federico Cafiero De Raho.

Exit mobile version