di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Nulla di fatto questa mattina alla prima udienza del processo scaturito dall’operazione Mala Sanitas: il collegio presieduto da Natina Pratticò, con a latere Armaleo e Laganà, ha deciso un rinvio preliminare al 15 dicembre in quanto il processo era stato assegnato erroneamente a un collegio non competente secondo i criteri di ripartizione interna dello stesso Tribunale. Si comincerà dunque il 15 con un collegio diverso, che quasi certamente sarà composto dal presidente Domenico Armaleo e a latere i giudici Stefania Rachele e Arianna Raffa. Restano dunque impregiudicate tutte le questioni preliminari e le questioni relative alla costituzione delle parti. A tale proposito oggi è stato anticipato che vi sarà la richiesta di costituzione di parte civile di alcune associazioni e di una persona offesa, oltre coloro che hanno già depositato l’atto di costituzione in udienza preliminare.
Rinviata al 15 anche l’udienza per il medico Marcello Tripodi, la cui posizione, stralciata all’udienza preliminare per difetto di notifica, potrebbe essere riunita nelle prossime udienze al troncone principale del procedimento. Undici gli imputati: Luigi Grasso (difeso dall’vv. Fiorella Megale), Maria Concetta Maio (difesa dagli avvocati Silvio Dattola e Aldo Labate), Daniela Manuzio (difesa dagli avvocati Giuseppe Marvelli e Andrea Alvaro), Antonella Musella (difesa dagli avvocati Paolo Tommasini e Angiolino Palermo), Annibale Musitano (difeso dagli avvocati Giuseppe Valentino e Aldo Labate), Roberto Rosario Pennisi (difeso dall’avv. Ottavio Misefari), Filippo Luigi Saccà (difeso dagli avvocati Cesarina Carbone e Antonio Managò), Massimo Sorace (difeso dagli avvocati Angela Ciriello e Marco Panella), Giuseppina Strati (difesa dall’avvocato Francesco Calabrese), Alessandro Tripodi (difeso dagli avvocati Carlo Taormina e Giovanni De Stefano) e Pasquale Vadalà (difeso dagli avvocati Francesco Gambardella e Patrizia Morello).
Le accuse sono a vario titolo di lesioni personali colpose (colpa medica) e falso in atto pubblico; mentre a Vadalà, Tripodi e Manuzio viene contestato anche il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di falso in atto pubblico attraverso la manomissione delle cartelle cliniche delle pazienti, e infine Tripodi, Saccà e Manuzio sono accusati anche di interruzione della gravidanza senza il consenso della donna.
Il processo scaturisce dall’operazione Mala Sanitas, condotta dal Gico della Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nella persona del procuratore aggiunto Gaetano Paci, sul presunto sistema di copertura di errori medici attraverso la falsificazione di cartelle cliniche nel reparto di Ostetricia e Ginecologia degli Ospedali Riuniti. L’indagine aveva portato nell’aprile scorso all’emissione di misure cautelari e interdittive a carico di 11 sanitari operanti o già in servizio presso i reparti di Ostetricia e Ginecologia, di Neonatologia e di Anestesia del Presidio ospedaliero “Bianchi-Melacrino-Morelli”. Tra i presunti casi di “mala sanità” additati dall’accusa, quello di un neonato che ha subito danni celebrali permanenti, ridotto in stato vegetativo.