Bello ciao: nel titolo del Manifesto con la foto di Adriana Sapone tutta la parabola renziana

di Fabio Papalia

Reggio Calabria. Nella foto della reggina Adriana Sapone e nel titolo del Manifesto, una lezione da scuola di giornalismo. La forza di una fotografia se accompagnata da un titolo efficace, in questo caso un titolo emotivo, in cui al Manifesto sono maestri. “Bello ciao”, due sole parole in cui c’è tutta la parabola di Matteo Renzi e del renzismo, lo stravolgimento dei valori della sinistra che un tempo cantava in piazza “Bella Ciao” e che venerdì ha atteso il premier, dentro un blindatissimo Teatro “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, sulle note di anonima musica da discoteca. Ma c’è pure tutto il sarcasmo, meritatissimo, per l’uomo che pronunciò quel fatidico “Enrico stai sereno”.
Ad accompagnare le parole, la foto della bravissima fotoreporter reggina Adriana Sapone racconta e completa il titolo con la forza delle immagini: lui di spalle sul palco si avvia verso le quinte, il gesto plastico delle pieghe della stoffa del pantalone della gamba e la suola della scarpa del piede sinistro sollevato, la manina destra che accenna un saluto benedicente. E non è un caso che la foto sia stata scattata proprio nella punta della Stivale, dove dopo l’annuncio del ponte sullo Stretto e dopo l’annunciata inaugurazione dell’A3½ l’elettorato ha finalmente potuto dire la sua. Dalle Alpi all’Aspromonte il referendum è stata una sinfonia di No, in un crescendo wagneriano: il 60% degli italiani, il 67% dei calabresi e il 70% dei reggini. Bye bye da Reggio Calabria.

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