I CFD (Contratti per Differenza) sono uno strumento finanziario di “ideazione” non recente, ma che solo da relativo poco tempo ha conosciuto una radicale espansione: il merito, come intuibile, è da ricercarsi nella lunga serie di broker online che hanno scelto di proporre, all’interno della propria gamma di servizi, anche la possibilità di negoziare questa particolare tipologia di contratto, in grado di trasferire al trader un vantaggio economico derivante dalle variazioni di prezzo di un asset sottostante (si pensi a un rapporto valutario, a un’azione, a un’obbligazione, a un indice o a una materia prima).
Perché convengono i CFD?
I CFD non sempre sono lo strumento finanziario “ideale” sul quale puntare la propria attenzione. Si tratta infatti di strumenti ad elevato grado di rischio, che richiedono una conoscenza finanziaria almeno media per poter essere gestiti con la dovuta consapevolezza. Tuttavia, sono anche strumenti finanziari in grado di aprire in capo al trader tanti benefici come, ad esempio, l’economicità rispetto a un investimento tradizionale, la praticità di negoziazione, la velocità di conseguimento dei potenziali rendimenti, e così via. Inoltre, si tenga conto che con i CFD è possibile ottenere un rendimento anche quando il trend è al ribasso, aprendo una posizione short (in vendita).
Uno strumento super-flessibile
Come ben ricordato dal sito internet https://www.giocareinborsa.com/cfd/cosa-sono- i-cfd, i CFD non sono contratti standardizzati, ma vengono modellati sulla base delle intenzioni del trader e sulla base delle disponibilità del broker. In altri termini, pur attenendosi ad alcuni punti comuni e imprescindibili, i broker possono offrire strumenti dalle grandi caratteristiche di versatilità al proprio investitore, soddisfacendo qualsiasi velleità di personalizzazione.
Ad ogni modo, la mancanza di standardizzazione non dovrebbe farvi dimenticare che:
- Il guadagno di un contratto per differenza è sempre legato alla variazione di prezzo che interviene tra l’apertura e la chiusura della posizione, e sarà calcolato proporzionalmente ad essa;
- Il broker non applica una vera e propria spesa per la negoziazione dei CFD, ma impone comunque uno spread, ovvero un differenziale tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. È inoltre possibile che possa applicare delle commissioni per servizi extra e, soprattutto, per l’overnight (ovvero, la c.d. “tassa” per il servizio finanziario notturno, nel caso in cui il trader scelga di mantenere aperta la posizione per due giorni);
- I CFD sono prodotti a emarginazione e, per tale motivo, il trader dovrà sempre assicurare al broker la presenza di un livello di margine minimo. Nell’ipotesi in cui la somma di denaro che è depositato sul proprio conto di trading utilizzato a marginazione sia inferiore rispetto a quella del margine minimo, il broker effettuare una margin call, con la quale domanderà al trader di coprire velocemente i margini. In caso contrario, la posizione potrebbe essere chiusa su volontà del broker, al fine di tutelarsi da eventuali perdite.
E voi che ne pensate? Avete mai provato a investire con i CFD? Siete stati sempre pienamente consapevoli dei rischi di questo strumento finanziario?