La Dia esegue 2 confische di beni per complessivi 15 milioni di euro

Direzione investigativa antimafia

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Reggio Calabria. La Direzione Investigativa Antimafia di Reggio Calabria ha dato esecuzione a due decreti di confisca di beni, emessi dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, presieduta da Ornella Pastore, a seguito di separate proposte avanzate dal Direttore della D.I.A., nei confronti di Nicola Romano, 68enne nativo di Antonimina (RC), in atto detenuto, operaio forestale ma di fatto imprenditore nei comparti del taglio e della lavorazione del legno, nonché della produzione di calcestruzzo, e di Domenico Barbieri, imprenditore 59enne reggino.

Nicola Romano è stato arrestato nel 2012 nell’ambito dell’operazione “Saggezza”, condotta da personale dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria, perché avrebbe ricoperto un ruolo di primissimo piano nel sodalizio criminale ‘ndranghetista egemone nel locale di Antonimina (RC). Dalle indagini è stato, altresì, appurato che lo stesso avrebbe rivestito il ruolo apicale di “capo consigliere” della “Sacra Corona”, una nuova struttura criminale con a capo Vincenzo Melia, cl. ’29, posta superiormente ai “locali di ‘ndrangheta” dislocati ed operanti sui territori di Antonimina, Ciminà, Ardore, Cirella di Platì e Canolo, tutti Comuni siti nella fascia ionica della provincia reggina.
In particolare, Romano sarebbe stato per lungo tempo in grado di condizionare la libera concorrenza nel settore degli appalti pubblici, avendo un ruolo fondamentale all’interno del “cartello” che controllava il taglio boschivo, esercitando, con metodo mafioso, un totale controllo del territorio.
Romano, in merito al procedimento penale scaturito dall’operazione “Saggezza” è stato condannato in primo grado alla pena di venti anni e dieci mesi di reclusione, per associazione mafiosa ed altri reati, con sentenza del Tribunale di Locri emessa in data 29 settembre 2015.
Con l’odierno provvedimento, emanato a seguito di approfondite attività investigative condotte dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria, è stata disposta la confisca di 4 società di Antonimina (di cui tre per l’intero patrimonio aziendale ed una per quote), operanti nei settori del commercio e lavorazione del legname, nonché della produzione del calcestruzzo, di 47 immobili, tra cui 31 appezzamenti di terreno (per un’estensione complessiva di circa 22 ettari), di 7 appartamenti per civile abitazione, di 1 capannone adibito a stabilimento industriale di circa 900 mq, di diversi magazzini e fabbricati rurali e di disponibilità finanziarie aziendali e personali, per un valore stimato in oltre 13 milioni di euro.
Nel medesimo contesto, Romano è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 5 anni.

L’altra misura di prevenzione ha riguardato Domenico Barbieri, arrestato nel 2010 nell’ambito dell’operazione “Meta” per associazione mafiosa, turbativa d’asta ed estorsione, in quanto ritenuto collettore economico al servizio della cosca “Buda-Imerti”, egemone nel territorio dei comuni di Villa San Giovanni, Fiumara di Muro (RC) e zone limitrofe.
In particolare Barbieri, si sarebbe reso protagonista dell’acquisto di beni immobili provenienti da procedure fallimentari, adottando metodi di intimidazione mafiosa attraverso i quali venivano esclusi gli altri potenziali acquirenti e agevolando il predominio della cosca di appartenenza nel territorio di riferimento.
Nell’ambito del procedimento scaturito dall’operazione Meta, Barbieri è stato condannato nel 2013 dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria a 5 anni e 10 mesi di reclusione per il reato di cui all’art. 416 bis del codice penale. L’intraneità presunta dello stesso alla cosca “Buda-Imerti” è emersa anche nell’operazione denominata “’Ndrangheta Banking”.
Con l’odierno provvedimento, il Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, ha disposto nei confronti del Barbieri, la confisca dei beni a lui riconducibili, consistenti in 4 immobili situati nel comune di Villa San Giovanni (RC) e 8 terreni insistenti nel quartiere di Catona di Reggio Calabria, per un valore stimato di oltre 2 milioni di euro, ed ha applicato allo stesso la misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per 3 anni e 6 mesi.

Le confische odierne costituiscono l’ultimo atto di una lunga serie di attività ablative poste in essere dal Centro Operativo Dia di Reggio Calabria e dalla dipendente Sezione Operativa di Catanzaro nei confronti di organizzazioni ‘ndranghetistiche che, nell’ultimo biennio 2015-2016, hanno condotto complessivamente al sequestro/confisca di beni il cui valore è stimato in oltre 1 miliardo di euro ed alla presentazione di 19 proposte di applicazione di misure patrimoniali reali.
Particolarmente intensa è stata, altresì, l’attività di investigazione svolta in Calabria dalla D.I.A. in materia di prevenzione sulle infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti. Più nel dettaglio, nel corso del 2016 sono state eseguite 5597 informazioni antimafia e 10 accessi ai cantieri. Infine sono state approfondite nel biennio 2015-2016 ben 193 segnalazioni di operazioni finanziarie sospette.

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