Condofuri. Affaire Bachelet: il j’accuse di Tommaso Iaria

Tommaso Iaria

Condofuri. Cittadini, mentre scorrono i titoli di coda sull’amministrazione Mafrici la verità si staglia alta sulle offese propalate nei miei confronti. La mia colpa consiste nell’aver posto l’affaire Bachelet all’attenzione generale, senza fare sconti a nessuno.
Con un comunicato fazioso, denso di livore e mistificazioni, il Sindaco ha annunciato, infatti, che la scuola Bachelet dovrà essere demolita. Il misero storytelling del Mafrici sulla Bachelet nasce dal suo rifiuto di aggredire il problema: di fronte all’evidenza dei fatti egli ha sempre messo la testa sotto le carte, ma non per questo sfuggirà alla resa dei conti con la storia. E così, dopo aver cianciato per anni circa “le carte formalmente a posto”, ammette ora che l’unica soluzione razionale è la demolizione dell’edificio. In realtà, quelle carte “a posto” non lo sono mai state tanto che la Giunta M. rilevava già nel 2004 che “appare più idoneo […] realizzare la demolizione totale e la ricostruzione del fabbricato” (Delib. 154). Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata: il parere del tecnico comunale, allegato alla delibera di che trattasi, è sparito dai cassetti dell’Ente e centinaia di migliaia di euro sono stati spesi inutilmente su una struttura fatiscente senza prima effettuare le più elementari verifiche!
I fatti hanno dimostrato che la protervia e l’inadeguatezza degli amministratori costituiscono una miscela letale per il progredire democratico delle comunità.

Quanto a me, non potevo rassegnarmi passivamente a tutto ciò poiché ritengo che al coraggio delle idee debba sempre abbinarsi la coerenza dei comportamenti. Abbiamo provato a convincere l’Amministrazione comunale a svolgere ulteriori accertamenti sulla struttura (mozioni, interrogazioni, conferenze stampa, appelli ai partiti, assemblee pubbliche, sit-in, lettere aperte al Presidente della Repubblica ed al Ministro dell’Interno, ecc.), ma ci siamo scontrati con un muro di gomma, eretto allo scopo di delegittimarci, che ci faceva apparire come “nemici” della scuola. Una tecnica subdola e spregiudicata per tentare di soffocare la verità. Consapevole che questa battaglia avrebbe avuto una contropartita elevata sono andato fino in fondo per amore dei nostri bambini dato che le conseguenze nefaste della miopia amministrativa del Mafrici avrebbero colpito e messo in pericolo soprattutto loro.
Oggi possiamo dire di aver vinto ed io lo faccio senza esultare perché la demolizione della Bachelet rappresenta il primo passo nella ricerca di risposte a quelle domande che il Sindaco fin’ora ha evitato accuratamente di porsi.

Mi astengo, in questa sede, dall’infierire su alcuni personaggi in cerca d’autore divenuti, su consiglio interessato, burattini del proprio carnefice. E non mi soffermo oltre su quei disperati che, nell’atto di compiere l’ultima arrampicata sugli specchi, infarciscono i propri comunicati stampa con citazioni di uomini illustri nel patetico tentativo di apparire, per ciò stesso, nel giusto. Un’illusione, la loro: le citazioni sono utili nella misura in cui le fai tue assorbendole nello spirito ed incarnandole nei comportamenti e non, invece, per il semplice fatto di aver eseguito una banale operazione di copia e incolla.
In un mondo dove dilagano l’iniquità e la menzogna rinnovo il mio amore per Condofuri e ribadisco ad alta voce il mio solenne impegno a difesa dei suoi bambini contro gli arrampicatori politici e gli speculatori senza coscienza.

Tommaso Iaria
Consigliere comunale

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