Locri (Reggio Calabria). Più di 25.000 persone hanno partecipato a Locri alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Cinquecentomila invece sono le presenze nei quattromila luoghi italiani in cui si sta svolgendo, in contemporanea, la giornata. Da 22 anni, ogni 21 marzo, Libera organizza questo evento perché “in quel giorno di risveglio della natura si rinnovi la primavera della verità e della giustizia sociale. Dal 1996, ogni anno in una città diversa, viene letto un elenco di circa novecento nomi di vittime innocenti. Ci sono vedove, figli senza padri, madri e fratelli. Ci sono i parenti delle vittime conosciute, quelle il cui nome richiama subito un’emozione forte. E ci sono i familiari delle vittime il cui nome dice poco o nulla. Per questo motivo è un dovere civile ricordarli tutti. Per ricordarci sempre che a quei nomi e alle loro famiglie dobbiamo la dignità dell’Italia intera” – si legge nel sito dell’associazione. Quest’anno è toccato alla città della jonica ospitare la manifestazione, iniziata domenica (19 marzo) con la visita del Presidente Mattarella allo stadio comunale. Nella Locride non arrivava un Capo dello Stato da oltre 50 anni. L’ultima visita è stata quella del presidente Giuseppe Saragat il 19 aprile del 1966. Un evento storico, per Locri e per l’intero comprensorio. Ad accompagnare Mattarella, domenica, c’erano il ministro degli Interni Marco Minniti ed il presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosi Bindi. Oggi invece hanno partecipato alla manifestazione il Presidente del Senato Piero Grasso e il ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Alla giornata di oggi però ha partecipato anche chi la ‘ndrangheta la affronta nelle aule dei tribunali, come il Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio: «Il lavoro in questo territorio è una cosa seria. C’è assolutamente la necessità, anche come contrasto alle organizzazioni criminali, di creare opportunità di lavoro e occupazione giovanile. Bisogna operare – ha aggiunto – giorno dopo giorno. L’augurio è che oggi, con l’ingresso della Primavera, per questo territorio e questa regione sia l’inizio di una nuova Primavera».
Dal palco invece Don Luigi Ciotti fa riferimento alle scritte offensive comparse ieri nei muri della città.«Oggi a Locri siamo tutti sbirri. Ricorderemo tanti nomi di esponenti delle forze dell’ordine che hanno perso la vita e nessuno li può etichettare e insultare».
«È un fatto molto importante – continua don Ciotti – per la Chiesa che per la prima volta la Conferenza episcopale calabrese aderisca al completo ad una manifestazione contro le mafie. Però c’è ancora anche qui tanto da fare». «Quando guardo i visi dei familiari delle vittime delle mafie penso che la maggioranza di loro non ha ancora avuto giustizia. Abbiamo bisogno di verità»
Alla vicenda delle scritte comparse ieri fa riferimento anche il presidente del Senato, Pietro Grasso che ha anche letto alcuni nomi delle vittime presenti nella lista di Libera: «Se volevano ottenere un effetto hanno ottenuto quello contrario, cioè di una piena solidarietà da parte di tutta Italia a Libera, a don Ciotti e a questo movimento che è un movimento per la legalità e per l’affermazione della cultura della legalità che non è solo rispetto delle leggi ma la possibilità di andare avanti con principi di solidarietà, e per dare un futuro migliore sopratutto ai nostri giovani».
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