Gioco d’azzardo, Cosenza guida la lotta alla ludopatia in Calabria

Mario Occhiuto

Mario Occhiuto

Cosenza. Anche la Calabria inizia a muoversi per tutelare i suoi cittadini dal Gioco d’Azzardo Patologico. In un settore in cui vige ancora molta libertà per gli esercenti, proteggere gli abitanti meno assennati nelle scommesse è un obbligo morale per gli enti locali. Almeno in attesa di una decisione del governo centrale, che però sembra avere altre questioni a cui pensare per il momento. Forse consapevole degli introiti derivanti proprio dal gioco d’azzardo.

Il comune che guida la riscossa del movimento contro la proliferazione delle slot machine è Cosenza. In accordo con i sindaci di Rende e Castrolibero, il primo cittadino del capoluogo di provincia Mario Occhiuto ha preso la decisione di creare un documento unico che racchiuda le proposte delle tre parti. L’argomento principale sarà la limitazione degli orari di apertura di mini-casinò e centri scommesse, con la speranza di allontanare i giocatori impegnati in attività lavorative. Almeno per una determinata fascia di tempo durante la giornata, è chiaro. Inoltre si procederà con l’applicazione del distanziometro, un provvedimento che prevede il divieto di aprire esercenti contenenti macchinette entro mezzo chilometro dai luoghi sensibili. Scuole, ospedali e zone ad alta frequentazione non vedranno più slot machine nei loro dintorni, costringendo i potenziali giocatori a compiere un po’ di strada in più. E magari a non avere la tentazione davanti ai loro occhi, mossa comunque sempre utile.

La decisione dei sindaci prosegue di pari passo con la battaglia intrapresa dalle forze dell’ordine nei confronti del gioco illegale. Accanto alle case da gioco riconosciute da AAMS resistono ancora domini (spesso registrati all’estero) che non garantiscono le corrette probabilità di vincita e non versano il contributo alle casse dello Stato. Fatti che si verificano anche presso esercenti privati italiani, ma per ora in misura minore. Nel corso del 2016 la Calabria ha riscontrato 181 violazioni, portando alla verbalizzazione di 281 soggetti. La guardia di finanza è spesso impegnata in blitz per controllare il corretto funzionamento delle macchinette, garantendo così un’esperienza di gioco serena a gestori e clienti. Intanto il Tar regionale ha ribadito la validità della “buona condotta” come requisito fondamentale per poter aprire un mini-casinò. Un appoggio importante per un settore che continua a muovere cifre da capogiro.

Con il 2015 infatti è avvenuto il sorpasso dell’Italia nei confronti degli altri colossi europei del gambling. Il volume di gioco ha toccato allora quota 88 miliardi di euro, sfruttando i benefici a lungo termine della regolamentazione introdotta nel 2011. Quest’ultima ha permesso al settore online di diventare una fetta consistente della torta dell’azzardo, portando sulla cresta dell’onda le specialità in grado di sfruttare la rivoluzione digitale. Slot machine e casinò game in generale hanno sfruttato l’opportunità andando a registrare uno straordinario +40%, mentre il poker online non ha mantenuto il proprio fascino e ha ceduto il 18% del suo volume di gioco. Per giungere ai numeri citati in precedenza è necessario l’apporto di ben 16 milioni di italiani, circa un quarto dell’intera popolazione. Di questi quasi il 20% mostrano un atteggiamento ai limiti della ludopatia, rendendo necessario l’intervento del governo per evitare spese folli da parte di chi non è in grado di controllarsi. E quando non si muove lo Stato, è giusto che siano gli enti locali a dare l’esempio. La Campania pare averlo intuito, e si avvia sulla strada della protezione dei cittadini.

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