Reggio Calabria. Non è mia intenzione alimentare una polemica, montata ad arte, ma ho il dovere, istituzionale e personale, di fare chiarezza, in modo definitivo, sul polverone sollevato da qualcuno che, evidentemente, ignora quali siano i compiti propri del presidente del Consiglio Comunale”. Da massimo rappresentante del Civico Consesso, chiamato in causa in merito alla vicenda delle procedure di selezione per “Castore” e “Polluce”, società in house del Comune di Reggio Calabria, non mi sottraggo alla richiesta di chiarimenti. Lo faccio precisando e spiegando perché chi ha reclamato le mie dimissioni si è trovato a percorrere, fin dai primissimi passi, la strada sbagliata.
Le norme che regolano i poteri del presidente del Consiglio non ammettono dubbie interpretazioni, essendo specifiche e dettagliate. Secondo quanto previsto dall’art. 39 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali) “al presidente del Consiglio sono attribuiti, tra gli altri, i poteri di convocazione e direzione dei lavori e delle attività del Consiglio. E’ tenuto a riunire il Consiglio, in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, o il sindaco inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste. Assicura una adeguata e preventiva informazione ai Gruppi consiliari ed ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al Consiglio”.
In quale delle funzioni summenzionate rientri ciò che mi viene contestato resterà per sempre un mistero alimentato con modalità ingannevoli e solleticando, con lo strumento della falsità, la ‘pancia’ dell’opinione. Come se già non fosse sufficiente quanto sopra riportato, ritengo sia doveroso aggiungere anche ciò che stabilisce l’art.38 dello Statuto Comunale. Esso indica, nello specifico, i compiti del presidente. Vi si legge che egli “rappresenta il Consiglio, lo convoca, ne dirige i lavori e le attività, applica il regolamento per il funzionamento del Consiglio, assicura un’adeguata e preventiva informazione ai Gruppi consiliari ed ai singoli consiglieri sulle questioni sottoposte al Consiglio, riceve gli atti di dimissione dei consiglieri, che devono essere assunte al protocollo dell’ente immediatamente nell’ordine temporale di presentazione. Riunisce il Consiglio, entro e non oltre i dieci giorni, per procedere alla surroga. Riceve altresì le dimissioni del Sindaco ed attiva le procedure previste dalla legge”. Il ruolo del presidente, dunque, è quello di dirigere i lavori in Aula, oltre ad assumere la responsabilità dell’ordine pubblico all’interno della stessa. Il massimo rappresentante dell’assise cittadina, pertanto, è una figura che si fa garante dell’imparzialità dei lavori in aula, assicurandosi che questi procedano nell’alveo fissato dalle prescrizioni normative. Nulla di più e nulla di meno.
Proprio in virtù della necessità di riportare i fatti rimanendo ancorati alla verità degli stessi, senza lasciarsi trascinare strumentalmente in una diatriba inesistente e priva di alcun appiglio con la realtà, preciso che i consiglieri Giuseppe Sera e Luigi Dattola erano assenti, com’è facile verificare leggendo la documentazione relativa alla seduta del 18 gennaio 2016, quella durante la quale il Consiglio Comunale ha approvato l’atto di indirizzo per “Castore” e “Polluce”. Medesima situazione si è registrata in occasione della seduta dedicata alla discussione delle modifiche dello Statuto delle società in house. In conclusione mi sia consentito di affermare con forza che usare, in modo volutamente falso, un argomento delicato e sensibile quale quello del lavoro, rappresenta un pericoloso, quanto fallimentare, tentativo di delegittimazione delle istituzioni regolatrici della vita cittadina. Uno smacco per chi se ne rende autore, un azzardo degno dei peggiori agenti dell’antipolitica. Non è di questo che Reggio Calabria ha bisogno. Non è inoculando veleni nel tessuto sociale che si rende un servizio al bene della collettività.
Demetrio Delfino
Presidente del Consiglio Comunale