Reggio Calabria. Ancora una volta Michele Carilli porta in scena 1861 la Brutale Verità, il racconto della storia cancellata.
Sabato pomeriggio i nostri antenati hanno urlato e tutta la platea del teatro dell’Accademia del tempo Libero li ha ascoltati impetrita: la sala è piena, i posti a sedere sono finiti, lo spettacolo dura quasi due ore, tanti sono rimasti in piedi; dalla platea nessuno si è alzato durante lo spettacolo o ha chiacchierato infrangendo il religioso silenzio, tutti gli sguardi ipnotizzati erano fissi sul palco, nessuno ha abbandonato la sala prima dell’epilogo.
La sala trema durante l’accorato discorso di Francesco II, il sovrano ingannato dal doppio gioco dei Savoia ed abbandonato dagli altri regni europei; si commuove apprendendo della tragica fine degli abitanti di Pontelandolfo, bruciati vivi all’alba ancora chiusi nelle loro case; si infrange davanti al racconto dell’efferato omicidio della piccola Angelina Romano, che venne fucilata a soli nove anni!
Scena dopo scena la consapevolezza si fa strada nelle incredule menti degli spettatori: da un lato gli interessi economici dell’Inghilterra, dall’altro l’attacco al Regno senza una dovuta dichiarazione di guerra; spietati come le locuste, così i Piemontesi misero a ferro e fuoco le ricche e fiorenti terre del Regno delle Due Sicilie, derubando, uccidendo e distruggendo ogni cosa.
La risposta fu da un lato il Brigantaggio, che nella realtà era la legittima reazione di un popolo che doveva difendersi da una conquista ingiusta e crudele; nell’immaginario degli scrittori salariati e nella tradizione comune invece il Brigante diventa lo stereotipo di un criminale che deve essere schiacciato; per i più fortunati c’è la possibilità di prendere una nave ed emigrare, o meglio, fuggire.
Dieci anni di guerra civile che bastarono a cancellare la memoria di un Regno che era unito dal 1130, e a far crescere nel Meridionale la convinzione, erroneamente tramandata, di essere stato l’erede di un regno meno che mediocre ma soprattutto arretrato.
Ma la verità non può essere cancellata, può essere occultata, riposta, manipolata, fino al giorno in cui non sei l’ignaro spettatore di uno spettacolo teatrale che ha il potere di cambiare la tua vita per sempre.
Monica Bolignano