Reggio Calabria. Le vicende relative alla tardiva discussione del bilancio consuntivo del Comune di Reggio, su cui pende una diffida di scioglimento da parte del Prefetto il cui termine ultimo scade proprio oggi, in concomitanza con la seduta consiliare di discussione del fondamentale documento, suscita una forte, legittima preoccupazione. Il conto consuntivo dei Comuni deve essere approvato dal Consiglio comunale entro il termine del 30 aprile. Ebbene, a quella data, l’amministrazione Falcomatà non aveva neppure discusso e approvato in giunta il propedeutico schema di bilancio da portare in consiglio: tale atto, infatti, è stato prodotto solo il 2 maggio.
Ciò che preoccupa maggiormente, tuttavia, è il dubbio sul rispetto delle regole che disciplinano il corretto esame del bilancio da parte dei consiglieri comunali. Solo ieri, infatti, hanno iniziato a circolare alcune indiscrezioni in merito al probabile mancato rispetto del termine minimo di 20 giorni di messa a disposizione dei consiglieri della documentazione da discutere e votare in consiglio. Non si comprende, infatti, perché i consiglieri di minoranza lamentino solo all’ultimo momento la mancata tempestiva comunicazione del deposito dell’atto di giunta, mentre hanno osservato un rigoroso silenzio e un olimpico disinteresse per tutto il mese di maggio, quando i termini erano già eventualmente scaduti. Ancor di più preoccupa l’aver letto, sugli organi di stampa ieri, dopo il consiglio annullato per mancanza di numero legale, che alcuni consiglieri di minoranza sarebbero intenzionati a protestare per la compressione dei diritti connessi alle loro funzioni non partecipando alla votazione. Si tratterebbe, ahinoi, di un copione già visto: già durante la discussione del primo bilancio dell’amministrazione Falcomatà abbiamo assistito a un siparietto, motivato da ragioni assolutamente estranee al bilancio (il primo dopo lo scioglimento) che hanno fatto sì che la minoranza si allontanasse dall’aula per tenere una conferenza stampa, lasciando la maggioranza libera di approvare con una discussione e tempi talmente ristretti da provocare un moto di vergogna in qualunque cittadino abbia osservato lo svolgimento della seduta (il video è ancora on-line) il bilancio e una serie di atti propedeutici allo stesso. Anche in quel caso, pendeva la mannaia dello scioglimento per il mancato rispetto delle tempistiche!
Non riusciamo a capire, inoltre, come sia possibile che, nonostante la polemica sorta ieri, nessuno tra i consiglieri di maggioranza o minoranza sia stato in grado di esibire, in nome della trasparenza e della opportuna informazione alla cittadinanza, prova della comunicazione dell’avvenuto deposito del bilancio nei termini o, al contrario, prova della comunicazione tardiva della stessa. Sta di fatto che il bilancio approvato in giunta è stato ricevuto dai revisori dei conti solo il 15 maggio e che la relazione prodotta dagli stessi sia stata emessa il 19, ovvero solo 3 giorni prima (con un sabato e una domenica in mezzo!) della celebrazione del consiglio che avrebbe dovuto votare il bilancio tenendo conto di tale relazione! Sta di fatto, ancora, che quale che sia la realtà in quanto al rispetto o meno delle date di notifica, la minoranza non ha potuto o voluto prendere visione del fondamentale documento entro tempi congrui all’esame dello stesso.
Con le dichiarazioni rilasciate ieri alla stampa, infatti, i consiglieri di minoranza hanno di fatto dichiarato di non essere in grado di esercitare i poteri di controllo sull’amministrazione ad essi assegnati dalla legge. Da questo elenco di fatti e circostanze, emerge un quadro devastante per quanto riguarda la trasparenza dei più importanti adempimenti amministrativi del nostro comune. Per tali ragioni, facciamo appello a tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza che abbiano a cuore la trasparenza e il rispetto delle regole affinché censurino durante il Consiglio di stamane eventuali compressioni dei diritti del consiglio e adiscano le vie legali del caso al termine dello stesso, a tutela della cittadinanza.
Associazione “La Cosa Pubblica”
Stefano Morabito