Reggio Calabria. Ci risiamo. Ancora un primato negativo per Reggio Calabria con una pressione fiscale, per le piccole e medie imprese, pari al 73,4% confermando, per il secondo anno consecutivo, la città all’ultimo posto in classifica. È quanto emerge dal Rapporto 2017 dell’Osservatorio permanente sulla tassazione delle piccole e medie imprese “Comune che vai, fisco che trovi”, del centro studi Cna, giunto alla quarta edizione, che analizza l’andamento della tassazione sulle piccole imprese in 135 città italiane, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia. In sostanza le imprese reggine pagano il 20% in più di tasse rispetto a Trento, la città italiana con la minore pressione fiscale con un total tax rate di 54,1%, e il 13% in più alla media nazionale.
«Continuiamo a primeggiare nella poco invidiabile classifica di città più tartassata d’Italia – ha affermato il Presidente di Confcommercio, Giovanni Santoro – Abbiamo tentato di mettere insieme gli attori che da cinque anni ci amministrano senza risultati sperati. I commissari non avevano alcun interesse e l’attuale Amministrazione comunale, pur sollecitata sia in maniera bonaria che con attacchi ‘violenti’ in assemblea quanto sui giornali, non permette il confronto per sconosciute ragioni o forse per manifesta incapacità decisionale. Non abbiamo un interlocutore e non sappiamo a chi rivolgerci, l’Amministrazione di Palazzo San Giorgio non dialoga con noi. – ha aggiunto Santoro -. Le istituzioni regionali non esistono più, altrettanto le nazionali con deputati e senatori adagiati sulle loro posizioni politiche».
Servizi pari a zero, tasse insostenibili, desertificazione territoriale e commerciale, ormai realtà. Ogni giorno c’è un’impresa che abbassa definitivamente la saracinesca; l’illegalità e l’abusivismo, ormai imperanti senza alcun più controllo: «Cosa dobbiamo fare? È una situazione inaccettabile, la nostra economia sta collassando. Per il bene nostro e della città, per i tanti imprenditori onesti, siamo disposti ad azioni eclatanti. È il momento di intervenire su un sistema fiscale più che squilibrato partendo dalla riduzione della pressione fiscale locale affinchè si possa riuscire a competere, ad armi pari, se non col resto del Paese almeno con le città del meridione d’Italia».
Dopo Trento, tra i capoluoghi più virtuosi si trovano Gorizia, Cuneo, Imola e Belluno (entro il 54%). Mentre agli ultimi posti, appena sopra Reggio Calabria la classifica della Cna pone Bologna con 72,1%, Roma e Firenze al 69,3%, Catania e Bari al 68,3%. Un abisso col resto d’Italia anche nella classifica del Tax Free Day, cioè il giorno dell’anno in cui l’imprenditore smette di lavorare per il fisco e comincia a lavorare per le necessità sue e delle sua famiglia. Un imprenditore reggino Rev. 5/10 per liberarsi del peso delle tasse dovrà aspettare il 24 settembre mentre il collega di Trento lo potrà fare il 16 luglio, quasi due mesi in anticipo.
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