Pescara. Sono trascorsi bel 103 anni da una delle più gravi tragedie del mondo del lavoro. Il 19 giugno del 1914 nella di miniera di carbone di Hillcrest Mines (Passo Crowsnest, nello Stato dell’Alberta in Canada), alle ore 9 e 40 del mattino, si verificò una tremenda e devastante esplosione. Dei 228 minatori che a quell’ora stavano lavorando nelle viscere della terra ben 189 rimasero uccisi. I superstiti tutti gravemente feriti e mutilati. L’incidente, il più grave di sempre avvenuto in Canada, procurò una comprensibile emozione in tutta l’opinione pubblica.
Alto, purtroppo, il tributo pagato, in vite umane, dall’Italia: ben 24 morti. I minatori provenienti dalla Calabria e morti a Hillcrest Mines furono 4 e tutti nati a Mammola. Dei loro nomi, delle loro sofferenze, delle loro vicissitudini e di ciò che soffrirono i loro cari nessuna dignitosa traccia. Trovarono la morte in quella miniera insicura, gestita dalla società “United Mine Workers of America”, e non ottennero alcuna giustizia. Nessuno pagò per la loro morte. Le loro vedove e i loro bambini continuarono a vivere nelle baracche per poi dover, non si sa come, continuare a lottare per sopravvivere. I minatori vennero, nella quasi totalità, seppelliti in una gigantesca “fossa comune”.
L’opinione pubblica e le autorità nell’immediato fecero giungere messaggi e qualche aiuto. Poi , forse complice l’arrivo della Prima Guerra Mondiale , rimase solo la colpevole dimenticanza. Sentiamo il dovere di offrire, per quanto possibile, almeno qualche dato su quei minatori con l’intento di restituirli alla “memoria” della loro terra.
Nicodemo Albanese, nato nel 1890, a Mammola;
Domenico Antonio Albanese, nato nel 1882, a Mammola;
Nicodemo Murruni, nato nel 1891, a Mammola;
Giuseppe Camarda, nato nel 1881, Mammola.
Il loro sacrificio non deve essere dimenticato. Mai!
Geremia Mancini
presidente onorario “Ambasciatori della fame”