Processo Calcara. In Appello assolto solo Antonio Ragusa

Giustizia martello

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Reggio Calabria. La seconda sezione penale della Corte d’Appello, all’udienza del 14 giugno scorso, ha pronunciato la sentenza del processo d’appello relativo al giudizio di primo grado celebrato in abbreviato e scaturito dall’operazione Calcara, condotta dai Carabinieri nel 2015 e che sfociò in nove misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati accusati a vario titolo, dei reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope, favoreggiamento personale, concorso in ricettazione, concorso in detenzione e porto di arma da fuoco e tentato danneggiamento. In parziale riforma della sentenza emessa dal gup il 27 luglio 2016, ha assolto Antonio Ragusa, in primo grado condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione e 10 mila euro di multa, difeso dall’avvocato Attilio Parrelli, perché il fatto non sussiste. La Corte ha così rideterminato la pena per gli altri appellanti, confermando nel resto la sentenza del gup (revocate le pene accessorie per tre imputati):

  1. Vincenzo Cardillo: 5 anni e 2 mesi di reclusione e 8 mila euro di multa (in primo grado 6 anni e 8 mesi di reclusione e 10 mila euro di multa);
  2. Carmela Arena: 2 anni e 8 mesi di reclusione e 4 mila euro di multa (in primo grado 4 anni di reclusione e 6 mila euro di multa);
  3. Concettina Pietropaolo: 2 anni e 4 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa (in primo grado 4 anni di reclusione e 6 mila euro di multa);
  4. Giuseppe Pietropaolo: 2 anni e 6 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa (in primo grado 4 anni e 8 mesi di reclusione e 6 mila euro di multa);
  5. Annunziato Spanto: 6 anni di reclusione e 16 mila euro di multa (in primo grado 6 anni e 8 mesi di reclusione e 20 mila euro di multa).
  6. Maurizio Pratesi: confermata la condanna in primo grado alla pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione e 2 mila euro di multa.

L’indagine era scaturita dal tentato omicidio commesso ai danni di Vincenzo Cardillo nel novembre del 2013, quando ignoti hanno sparato tre colpi di arma da fuoco in direzione dell’automobile da lui utilizzata. Secondo l’ipotesi accusatoria l’uomo era immerso nel contesto criminale del quartiere degradato della località Calcara del Comune di Bagnara Calabra, dedito al commercio di sostanze stupefacenti e di ogni altro bene provento di attività illecita nonché illegittimo possessore di armi e coautore di tentati danneggiamenti. L’indagine aveva ricostruito presunte responsabilità secondo le quali gli indagati, seppur non tutti e non stabilmente collegati fra loro, in un’area geografica ben definita comprendente i comuni di Bagnara Calabra e Scilla, sarebbero stati dediti in particolare alla compravendita di sostanze stupefacenti ed alla ricettazione di rame.

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L’avvocato Attilio Parrelli
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