Sono stati sufficienti gli ultimi rumors su potenziali operazioni intersocietarie nell’automotive per spingere verso l’alto le quotazioni di FCA, con la compagnia italo americana guidata da Sergio Marchionne che è finita nel mirino dei progetti di espansione dei cinesi di Great Wall Motor. Il colosso asiatico, stando alle indiscrezioni diffuse negli scorsi giorni dalla testata automobilistica Automotive News, avrebbe infatti avanzato un’offerta per poter rilevare il controllo dell’intero gruppo Fiat Chrysler, al fine di poter entrare in maniera più incisiva sul mercato europeo, attualmente presidiato principalmente attraverso un accordo produttivo in Bulgaria.
Tornando a FCA, è stata sufficiente la scintilla generata da tale indiscrezione – ricordava il sito internet www.webeconomia.it – per poter risollevare le quotazioni del titolo della società ex Fiat a Piazza Affari, con un rialzo dell’8,15 per cento a 10,62 nelle ore successive all’annuncio. Ma quanto c’è di vero in tale ambizioso progetto da parte dei cinesi?
Per il momento, non possiamo che ricordare come le voci diffuse parlino di un incontro che una delegazione di manager del produttore cinese di auto avrebbe già avuto nei confronti dei rappresentanti della holding Exor, la “cassaforte” della famiglia Agnelli, che controlla FCA con il 30 per cento. Gli attuali azionisti di riferimento dello storico marchio automobilistico di Torino avrebbero respinto l’offerta, giudicandola come poco adeguata, in quanto sarebbe molto vicina al prezzo attuale delle azioni.
Anche se le indiscrezioni sembrano essere supportate dalle consuete fonti “vicine” ai vertici societari, per il momento vige il massimo riserbo per le parti interessate che, difatti, non hanno rilasciato alcuna dichiarazione in merito.
Per quanto concerne il possibile protagonista dell’operazione, evidenziamo come Great Wall Motor sia un’azienda automobilistica cinese quotata alla Borsa di Hong Kong, con il 40 per cento delle quote azionarie che è in mano a Wei Jianjun, uno degli uomini più ricchi della Cina. Rilevante è comunque la partecipazione del governo del Paese asiatico, che è nel capitale di Great Wall con il 30 per cento.
Per quanto attiene la sua presenza internazionale, ad oggi il brand è localizzato commercialmente in più di 60 Paesi, e capitalizza oltre 13 miliardi di euro. Il marchio è presente soprattutto in Paesi ancora in via di sviluppo, dove spesso è abituato a usufruire di pacchetti di incentivi offerti dagli stessi governi dove Great Wall Motor opera, valutato che le scocche delle autovetture vengono costruite in Cina, ma sono poi assemblate negli stabilimenti dei Paesi in cui le macchine vengono vendute e poste su strada.
In tal senso, la principale presenza produttiva di Great Wall Motor in Europa è fatta risalire a un’intesa con la quale la compagnia può usufruire di un impianto in Bulgaria, che rifornisce tutta la macrozona. Risulta invece essere di interesse storico recente ricordare come non sia certamente questo il primo contatto tra Fiat e Great Wall Motor anche se, effettivamente, si tratta della prima avance “bonaria” dei cinesi nei confronti della controparte italiana.
Qualche anno fa, infatti, Fiat avanzò una causa nei confronti di Great Wall Motor, “rea” di aver prodotto una vettura che sarebbe stata troppo simile alla Panda. Fiat all’epoca ottenne che la vettura non potesse essere venduta all’interno dei confini comunitari, ma quella che agli occhi dei produttori italiani sembrava una simil-Panda, venne comunque regolarmente venduta altrove.
Insomma, per il momento il matrimonio tra Great Wall Motor e FCA non sembra potersi realizzare all’orizzonte. Tuttavia, questo non significa che non possano esservi degli strascichi piuttosto utili in tale ambito. Come, ad esempio, l’evidenza che FCA è in maniera crescente nell’interesse strategico di altri operatori, e che il futuro potrebbe riservare ampie sorprese.