Maltrattamenti verso i figli, violenza sessuale e minacce di morte alla moglie per obbligarla a indossare il burqa, Polizia arresta 45enne marocchino

Reggio Calabria. A conclusione di serrate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, la Sezione “Reati contro la persona, in danno di minori e sessuali” della locale Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Francesco Rattà, nel pomeriggio di ieri ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di A.M. di nazionalità marocchina di 45 anni, ritenuto responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e corruzione di minorenne.
I poliziotti della III Sezione diretta dal commissario capo Sandra Manfré hanno messo la parola fine ai continui maltrattamenti e violenze sessuali subite all’interno del nucleo familiare. Vittima della triste storia una donna, divenuta nel corso degli anni oggetto di quotidiani maltrattamenti subiti dal marito. Pochi giorni addietro l’estremo atto commesso dal marito, consistito in una gravissima minaccia di morte al fine di farle indossare il burqa e farle osservare rigidamente i dettami della religione islamica. Dai primi elementi acquisiti durante il corso delle indagini, emergevano gravissime condotte poste in essere dall’uomo e concretizzatesi nel corso degli anni in quotidiani maltrattamenti subiti anche dai due figli minori e in ripetute violenze sessuali subite dalla moglie alla presenza della figlia in tenera età.
Dopo aver preso contezza della gravità dei fatti, gli investigatori della Polizia di Stato hanno proceduto a riscontrare l’attendibilità delle prime risultanze con precedenti interventi delle Forze dell’ordine presso l’abitazione familiare e con le dichiarazioni delle persone più vicine ai due coniugi. Dai racconti è emerso un dato preoccupante, l’uomo a seguito di un viaggio intrapreso nel mese di giugno, per prendere parte al rito del “ramadan” in Marocco, appena rientrato in Italia ha assunto comportamenti strani che lo hanno portato ad isolarsi e ad assumere atteggiamenti ancora più aggressivi con l’intento di costringere la donna ad allontanarsi dagli usi e costumi occidentali per osservare rigidamente i dettami islamici.
Le preliminari indagini hanno fatto emergere diversi elementi che hanno portato la Procura della Repubblica a intervenire immediatamente richiedendo l’applicazione di una misura restrittiva, a fronte del concreto pericolo di reiterazione delle condotte ai danni della donna e dell’intera famiglia. Nell’attesa dell’applicazione della misura coercitiva, gli uomini della Polizia di Stato hanno collocato la donna ed i due figli in un luogo diverso dalla propria abitazione, predisponendo servizi di vigilanza al fine di impedire che il marito potesse mettere a frutto le gravissime minacce prospettate.
Concordando con le risultanze investigative acquisite nel corso delle primissime indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, il GIP ha disposto la custodia cautelare in carcere di A.M. che oggi pomeriggio è stato arrestato dalla Squadra Mobile e condotto presso la Casa Circondariale di Arghillà.

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