Le origini e la diffusione del tabacco è stato oggetto di analisi nella conversazione organizzata dal Circolo Culturale „L’Agorà” avente come tema “Tobacco road (la via del tabacco OGGI)”. Per l’Europa la storia del tabacco ha inizio con la scoperta dell’America. Il tabacco fu scoperto per la prima volta dai nativi americani dell’America meridionale, mentre le popolazioni dell’America settentrionale storicamente ebbero l’abitudine di portare con sé sacchetti di tabacco nella sua qualità di elemento scambiabile e facilmente accettato, nonché per fumarlo tramite il “Calumet della pace” sia nel corso delle varie cerimonie sacre che per sigillare trattati o accordi d’amicizia. Nel vecchio continente europeo, prima della scoperta delle Americhe e dell’introduzione del tabacco, si usava fumare erbe aromatiche di vario genere quali la lavanda,l’anice. Nel nuovo continente l’uso del tabacco aveva un uso prevalentemente religioso come testimoniato da diversi bassorilievi. Tale rituale era riservata a sacerdoti, sciamani, guaritori. Oltre a fumarlo, queste popolazioni usavano il tabacco anche in altri modi: veniva mangiato fresco appena raccolto, se ne otteneva un succo da consumare come bevanda oppure era impiegato per scopi curativi. Per quelle popolazioni il tabacco era un elemento unificante nella vita sociale e religiosa, visto che era impiegato in molti riti sacri. A tutt’oggi l’impiego di tabacco a scopi religiosi è diffuso tra le popolazioni indigene, specialmente in Sudamerica. Con l’arrivo degli Europei, il tabacco divenne uno dei più importanti prodotti del nuovo mondo e fornì una forte spinta per la colonizzazione dell’America meridionale. L’utilizzo del tabacco si diffuse rapidamente in Spagna, Francia, poi nel resto dell’Europa e successivamente in tutto il mondo. La penisola iberica fu la prima ad essere interessata, visto che l’isola di Cuba era una colonia spagnola insieme ad altre aree dei Caraibi. E questa operazione provocò un forte gettito economico nelle casse nelle casse della Spagna e tutto il tabacco destinato ai mercati europei passava attraverso il monopolio della città di Siviglia, dove veniva trasformato in migliaia di sigari da esportare in Francia, in Belgio, nel 1550, alcune piante di tabacco vennero coltivate nei giardini reali per scopo ornamentale. Successivamente ci fu una diffusione maggiore del tabacco, venendo introdotto in Portogallo nel 1558 ed in Inghilterra nel 1564. In Italia si hanno notizie a far data dal 1561, ad opera del cardinale Prospero Pubblicola di Santa Croce, donò dei semi di tabacco al Pontefice Pio IV. Oltre agli aspetti storici, il relatore ed intenditore Muccio Giorgio ha attenzionato l’uditorio sui danni provocati dal fumo, sul business che ruota intorno all’asse del tabacco, i cui costi sono bassi, mentre gli utili sono alquanto elevati per le multinazionali produttrici di sigarette (American Brands, BAT, Hanson, Philip Morris, Rembrandt, RJR Nabisco): la Philips Morris è la prima produttrice di sigarette del mondo ed è presente in 180 nazioni: le sigarette Marlboro sono il prodotto di largo consumo più venduto. Altri aspetti tratti nella giornata di studi sono stati quelli relativi alle aree di produzione quali Cuba, Honduras, Santo Domingo, Nicaragua, il periodo della stagionatura del tabacco, alle varie figure professionali che ruotano intorno alla creazione e modellazione del sigaro, quali i torcedores (artigiani preposti che manualmente modellano ed assemblano le foglie ed il tabacco).
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