Polistena. Insegnante di sostegno maltrattava alunno di 7 anni: sospesa per 12 mesi

banchi in aula scolastica

Banchi in aula scolastica

Palmi (Reggio Calabria). Ieri è stata eseguita nei confronti di F.C., insegnante di sostegno presso l’Istituto comprensivo Brogna di Polistena, la misura cautelare interdittiva della sospensione dal servizio per la durata di 12 mesi, emessa dal gip presso il Tribunale di Palmi, Barbara Borelli, su richiesta avanzata dal pm titolare del procedimento, Anna Pensabene. L’insegnante è indagata in ordine al reato di maltrattamenti contro familiari o conviventi (art. 572 codice penale) perché attraverso continue, perduranti e reiterate vessazioni di ordine psicologico e fisico, consistite in ripetute imprecazioni, rimproveri, minacce e vere e proprie violenze fisiche e psichiche, ripetutamente poste in essere nei confronti di un minore di 7 anni affetto da disturbo della spettro autistico moderato, lo maltrattava, con ciò ponendo in essere una condotta abituale estrinsecatasi in più azioni che, se pur realizzate in momenti successivi, sono risultate collegate da un nesso di abitualità e avvinte nel loro svolgimento dall’unica intenzione criminosa di ledere l’integrità psicologica, morale e fisica dell’alunno, a tal punto da indurlo ad un persistente stato di soggezione, paura e disagio psico fisico e tale da cagionare allo stesso sofferenze e umiliazioni, da rendere particolarmente dolorosa e quasi del tutto impossibile la frequentazione della scuola.
Le indagini, delegate alla Sezione di polizia giudiziaria – aliquota polizia di Stato in sede che ha anche eseguito il provvedimento, sono scaturite dalla denuncia presentata presso la Procura della Repubblica, retta dal procuratore capo Ottavio Sferlazza, dal padre del minore poiché il figlio gli aveva esternato di essere stato percosso ed aggredito verbalmente dall’insegnante di sostegno; sono state, quindi, raccolte informazioni dalle persone a conoscenza dei fatti e contestualmente è stata avviata attività tecnica di intercettazione tra presenti ed attività di video ripresa all’interno dell’aula dove si svolgevano le lezioni del bambino. L’attività ha consentito di confermare pienamente quanto appreso dai genitori del minore; in particolare le riprese video hanno dimostrato in maniera inconfutabile come in più occasioni l’insegnante di sostegno abbia adottato comportamenti aggressivi e prevaricatori nei confronti dell’alunno, colpendolo con schiaffi e pugni in testa nonché interloquendo con lo stesso usando un tono aggressivo e minaccioso. Il bambino reagiva chiudendosi in se stesso e isolandosi e assumendo un atteggiamento quasi di difesa portando frequentemente le mani alle orecchie.

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