Reggio Calabria. Scarcerato l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni. L’ex sindaco era stato coinvolto nel 2010 nel maxi-processo contro la cosca Commisso di Siderno, scaturito dall’operazione condotta dalla Polizia di Stato denominata “Bene Comune-Recupero”. Nel dicembre del 2016, Figliomeni era stato scarcerato per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare e aveva lasciato il carcere di Parma, dove era detenuto. Nei suoi confronti era stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora nel luogo scelto, ovvero Milano. Senonché nell’agosto scorso, Figliomeni aveva chiesto alla Corte d’Appello di Reggio Calabria di poter fare rientro presso la sua abitazione di Siderno, richiesta che gli era stata rigettata. Non avendo più la possibilità di risiedere a Milano, però, il 4 agosto Figliomeni si è recato presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Milano, ed ha comunicato allo stesso Commissariato e alla Corte d’Appello reggina, che il 7 agosto sarebbe partito in pullman da Milano e sarebbe arrivato il mattino dell’8 agosto a Siderno. Effettivamente l’8 agosto Figliomeni è giunto a Siderno, dove si è presentato al locale Commissariato di Pubblica Sicurezza comunicando di essere rientrato in loco. Sulla base della segnalazione del Commissariato di Milano, l’11 agosto la Corte d’Appello ha applicato l’aggravamento della misura, con custodia cautelare in carcere, per cui Figliomeni è stato arrestato e ricondotto in carcere.
Il difensore di Figliomeni, l’avvocato Giuseppe Cherubino, ha proposto ricorso in appello al Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, e oggi al Tdl, presidente Silvia Capone, in camera di consiglio l’avvocato Gianpaolo Catanzariti ha discusso il ricorso presentato dal suo collega Cherubino nell’interesse di Figliomeni. La difesa ha sostenuto che la Corte d’Appello ha deciso l’aggravamento come se Figliomeni avesse violato la prescrizione del divieto di dimora, mentre invece lui aveva l’obbligo di dimora, che è cosa ben diversa. La prima misura, infatti, vieta di dimorare in un determinato Comune, la seconda, invece, obbliga a dimorare in un Comune scelto dallo stesso interessato. Ancora, la difesa ha eccepito che Figliomeni non si è sottratto ai controlli, ma anzi si è presentato in Commissariato fornendo tutti i dettagli e le modalità del viaggio, e si è ripresentato anche nel Commissariato del luogo di arrivo. Il Tdl, accogliendo i motivi della difesa, ha annullato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Figliomeni, disponendo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora in un Comune che Figliomeni potrà indicare prima di lasciare il carcere.
Sull’ex sindaco Figliomeni pende una condanna in appello, inflitta nel luglio 2016, a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa. Ha già patito 6 anni in regime di custodia cautelare.
Fabio Papalia
Reggio Calabria. Scarcerato l’ex sindaco di Siderno, Alessandro Figliomeni. L’ex sindaco era stato coinvolto nel 2010 nel maxi-processo contro la cosca Commisso di Siderno, scaturito dall’operazione condotta dalla Polizia di Stato denominata “Bene Comune-Recupero”. Nel dicembre del 2016, Figliomeni era stato scarcerato per decorrenza dei termini massimi di custodia cautelare e aveva lasciato il carcere di Parma, dove era detenuto. Nei suoi confronti era stata disposta la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora nel luogo scelto, ovvero Milano. Senonché nell’agosto scorso, Figliomeni aveva chiesto alla Corte d’Appello di Reggio Calabria di poter fare rientro presso la sua abitazione di Siderno, richiesta che gli era stata rigettata. Non avendo più la possibilità di risiedere a Milano, però, il 4 agosto Figliomeni si è recato presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Milano, ed ha comunicato allo stesso Commissariato e alla Corte d’Appello reggina, che il 7 agosto sarebbe partito in pullman da Milano e sarebbe arrivato il mattino dell’8 agosto a Siderno. Effettivamente l’8 agosto Figliomeni è giunto a Siderno, dove si è presentato al locale Commissariato di Pubblica Sicurezza comunicando di essere rientrato in loco. Sulla base della segnalazione del Commissariato di Milano, l’11 agosto la Corte d’Appello ha applicato l’aggravamento della misura, con custodia cautelare in carcere, per cui Figliomeni è stato arrestato e ricondotto in carcere.
Il difensore di Figliomeni, l’avvocato Giuseppe Cherubino, ha proposto ricorso in appello al Tribunale della Libertà di Reggio Calabria, e oggi al Tdl, presidente Silvia Capone, in camera di consiglio l’avvocato Gianpaolo Catanzariti ha discusso il ricorso presentato dal suo collega Cherubino nell’interesse di Figliomeni. La difesa ha sostenuto che la Corte d’Appello ha deciso l’aggravamento come se Figliomeni avesse violato la prescrizione del divieto di dimora, mentre invece lui aveva l’obbligo di dimora, che è cosa ben diversa. La prima misura, infatti, vieta di dimorare in un determinato Comune, la seconda, invece, obbliga a dimorare in un Comune scelto dallo stesso interessato. Ancora, la difesa ha eccepito che Figliomeni non si è sottratto ai controlli, ma anzi si è presentato in Commissariato fornendo tutti i dettagli e le modalità del viaggio, e si è ripresentato anche nel Commissariato del luogo di arrivo. Il Tdl, accogliendo i motivi della difesa, ha annullato la custodia cautelare in carcere nei confronti di Figliomeni, disponendo l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e l’obbligo di dimora in un Comune che Figliomeni potrà indicare prima di lasciare il carcere.
Sull’ex sindaco Figliomeni pende una condanna in appello, inflitta nel luglio 2016, a 12 anni di reclusione per associazione mafiosa. Ha già patito 6 anni in regime di custodia cautelare.
Fabio Papalia