La mappatura della ‘ndrangheta di Reggio Calabria: il Mandamento Jonico nella relazione semestrale 2017 della Dia

Direzione investigativa antimafia

Direzione investigativa antimafia

Reggio Calabria. Dal santuario della Madonna di Polsi e dalla tradizione delle regole custodite da San Luca, la “mamma” di tutti i locali di ‘ndrangheta, ai traffici internazionali di droga in diretto contatto coi cartelli dei narcos colombiani. E’ quanto emerge dalla relazione della Dia – Direzione investigativa antimafia – relativa al primo semestre 2017. Di seguito pubblichiamo integralmente il capitolo riguardante il Mandamento Jonico:

Volendo procedere ad una ripartizione convenzionale delle aree su cui insistono i principali sodalizi, vale la pena di richiamare, in primo luogo, la presenza della locale di Platì, dove si conferma l’operatività delle cosche federate Barbaro-Trimboli-Marando. Proprio alcuni esponenti delle cosche Marando e Trimboli di Platì e Spagnolo di Ciminà, sono stati destinatari del fermo di indiziato di delitto, eseguito nel mese di maggio dall’Arma dei Carabinieri, tra la provincia di Reggio Calabria, Roma e Longone al Segrino (CO).
L’attività ha permesso di individuare 7 soggetti, che hanno concorso ad un omicidio ed a 4 lupare bianche, perpetrati nel corso di una faida tra le famiglie Marando e Trimboli, sviluppatasi tra la fine degli anni ‘90 ed i primi anni 2000, per contrasti sulla gestione e la spartizione dei proventi del traffico internazionale di droga.
Nell’ambito, invece, della locale di San Luca, risultano egemoni la cosche Pelle-Vottari-Romeo e Nirta-Strangio. Il paese di San Luca è da sempre considerato la “mamma” delle locali di ‘ndrangheta, custode della tradizione, della “saggezza”, delle regole istitutive che costituiscono il patrimonio “valoriale” di tutte le cosche e nel cui territorio sorge il noto Santuario della Madonna di Polsi.
Riguardo alle cosche Pelle-Vottari-Romeo di questo sodalizio fa parte la ‘ndrina Romeo alias “Staccu”, la ‘ndrina Vottari alias “Frunzu”, la ‘ndrina Giampaolo alias “Russello” e la ‘ndrina Pelle alias “Gambazza” tutte legati da vincoli di parentela e/o comparaggio. Riguardo alle cosche Nirta-Strangio, al sodalizio partecipano la ‘ndrina Nirta alias “Scalzone”, la ‘ndrina Giorgi alias “Ciceri”; la ‘ndrina Strangio alias “Jancu”, la ‘ndrina Nirta alias “Versu”, la ‘ndrina Mammoliti alias “Fischiante”, la ‘ndrina Giorgi alias “Boviciano” e la ‘ndrina Strangio alias “Barbaro”, tutte legate da vincoli di parentela e/o comparaggio.
Nel territorio di San Luca si annoverano anche ulteriori famiglie, variamente legate ai due schieramenti principali ed in particolare: Pelle alias “Vanchelli”, Giampaolo alias “Ciccopeppe”, Giampaolo alias “Nardo”, Giorgi alias “Suppera”, Mammoliti alias “Piantuni”, Nirta alias “Terribile”, Romeo alias “Terrajanca”, Strangio alias “Fracascia”, Strangio alias “Iancu 2”, Pelle alias “Focu”, Pizzata alias “Mbrugliuni”, Manglaviti alias “Curaggiusi”.

La locale di Africo si caratterizza per l’operatività della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, al centro dell’operazione “Buena Ventura”, conclusa nel mese di gennaio dalla Polizia di Stato, supportata dalla Direzione Centrale Servizi Antidroga, con l’arresto di 19 soggetti, accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.
L’inchiesta ha portato alla luce l’esistenza di una organizzazione transnazionale, contigua alle cosche del mandamento
ionico, operanti fra Italia, Colombia, Perù, Repubblica Domenicana e Spagna, che importava ingenti quantitativi di droga dal Sud America.
Dalle indagini, è emerso, come un soggetto di origine sudamericana, ritenuto legato ai cartelli dei narcos colombiani, avesse concertato con esponenti della ‘ndrangheta della fascia jonico-reggina, l’apertura di un canale di importazione di cocaina fra la Colombia e la Calabria, da far arrivare al porto di Gioia Tauro. A tale scopo, l’organizzazione si sarebbe avvalsa di società operanti nel settore della importazione, via mare, di prodotti ortofrutticoli, ovvero per via aerea, mediante corrieri da destinare a scali del centro-nord Italia.

Ancora, nella locale di Siderno è attiva la cosca Commisso, in contrapposizione a quella dei Costa-Curciarello.
Per la locale di Marina di Gioiosa Ionica, si segnalano le cosche Aquino-Coluccio e Mazzaferro che, attraverso significative saldature criminali, sono riuscite a proiettare i propri interessi verso il centro-nord del Paese e all’estero.
Anche nei confronti delle cosche di quest’area non sono mancate, nel semestre, importanti attività repressive.
Nell’ordine, si richiama la confisca di beni per oltre 600 mila euro eseguita, nel mese di gennaio, dalla D.I.A. di Reggio Calabria, in pregiudizio di un affiliato della cosca Aquino.
Con l’operazione “Mariage 2”, portata a termine dalla Guardia di Finanza il successivo mese di aprile, sono stati confiscati 44 beni per un valore di oltre 84 milioni di euro, nei confronti di 11 soggetti, alcuni dei quali collegati alla cosca Aquino, oltre ai Morabito di Africo (RC). Tra questi, anche 4 imprenditori attivi nel settore turistico-residenziale.
Per quanto attiene alla locale di Gioiosa Jonica, si richiama la cosca Uursino-Ursini, federata con la cosca dei Costa-Curciarello di Siderno. Nello stesso comune, è attiva anche la cosca Jerinò.
Nell’area di Monasterace ed in quelle limitrofe di Stilo, Riace, Stignano, Caulonia e Camini, si continua a registrare l’operatività della cosca Ruga-Metastasio-Leuzzi, legata ai Gallace della vicina Guardavalle (CZ); nel comune di Caulonia sono presenti, invece, i Vallelonga.
Il comprensorio di Locri rimane suddiviso tra le due cosche egemoni, Cataldo e Cordì. Proprio quest’ultima cosca è stata colpita, nel mese di aprile, dall’operazione “Euro Scuola”, condotta dall’Arma dei Carabinieri.
L’attività ha avuto il pregio di fare luce sull’esistenza di un cartello imprenditoriale e di pubblici dipendenti che, avvalendosi del metodo mafioso, frodavano la provincia di Reggio Calabria, per l’assunzione in locazione e la successiva compravendita di immobili, da destinare ad edifici scolastici, da cui il nome dell’operazione.
Cinque persone sono state arrestate, ulteriori 10 indagate, mentre sono stati sequestrati beni – tra cui due istituti scolastici, entrambi con sede a Locri47 – per un valore di oltre 12 milioni di euro.

Continuando nell’esposizione degli aggregati criminali del mandamento ionico, nel comune di Sant’Ilario dello Jonio è attiva la cosca Belcastro–Romeo, mentre nel comune di Careri sono attive le famiglie Cua-Riziero, Ietto e
Pipicella. Con riferimento a quest’ultimo comune, la D.I.A. di Torino ha eseguito, nel mese di febbraio, il sequestro 48 di beni per circa un milione di euro, riconducibili ad un affiliato della cosca Ietto, operante anche in provincia di Torino e nel basso milanese.
Nel comune di Bruzzano Zeffirio è attiva la cosca Talia-Rodà, nel comune di Antonimina la cosca Romano, in Ardore la cosca Varacalli, in Ciminà le cosche Nesci e Spagnolo, mentre a Cirella di Platì la cosca Fabiano.
Passando a Canolo, dove è presente la cosca Raso, si segnala lo scioglimento, nel mese di maggio, del locale Consiglio comunale. Emblematiche, anche in questo caso, le evidenze presentate a supporto dal Ministro dell’Interno circa i legami di parentela ovvero i rapporti di frequentazione tra diversi esponenti dell’Ente ed elementi della ‘ndrangheta. Ancora, viene evidenziato il fatto che “… la Commissione di indagine ha quindi preso in esame l’attività gestionale riconducibile all’area tecnica del comune ed, in particolare, le procedure finalizzate all’esecuzione di lavori, alla fornitura di beni ed alla prestazione di servizi in economia, in ordine alle quali sono state rilevate innumerevoli irregolarità ed anomalie di cui si sono avvantaggiate anche imprese controindicate…”, tra le quali una società destinataria di un’interdittiva antimafia.
In tale ambito, quale modus operandi, nella maggioranza dei casi è stato fatto ricorso al meccanismo dell’affidamento diretto senza procedere ad indagini di mercato.
Nello stesso mese di maggio, è stato sciolto anche il Consiglio Comunale di Bova Marina (RC). Significative, le coincidenze criminali con quanto rilevato nel Comune di Canolo. Ci si riferisce alla circostanza che “molti dei sottoscrittori delle liste elettorali sono soggetti collegati alle locali consorterie mafiose per vincoli parentali o per diretta appartenenza”, nonché agli abusi d’ufficio, perpetrati all’interno dell’area tecnica del Comune. Per non parlare, poi, delle procedure di assegnazione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che hanno eluso le procedure ad evidenza pubblica, ricorrendo al sistema degli affidamenti, in via diretta, ad un ristretto numero di ditte.

Una mappa meramente indicativa della ‘ndrangheta reggina del Mandamento Jonico
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