Misure di prevenzione. Siglato un protocollo d’intesa tra Procura nazionale antimafia e Procure reggine

Da sinistra: Lombardo, Sferlazza, D'Alessio, Paci, De Simone, Cafiero De Raho, Petralia

Da sinistra: Lombardo, Sferlazza, D'Alessio, Paci, De Simone, Cafiero De Raho, Petralia

di Fabio Papalia

Reggio Calabria. Questa mattina nell’ufficio del procuratore generale presso la Corte d’appello di Reggio Calabria, Bernardo Petralia, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho, ha firmato un protocollo di intesa in materia di indagini finalizzate alla applicazione di misure di prevenzione personali e patrimoniali. Il protocollo è stato sottoscritto, oltre che da Cafiero De Raho e Petralia, dal procuratore vicario della Repubblica di Reggio Calabria, Gaetano Paci, e dai procuratori della Repubblica di Palmi e Locri, rispettivamente Ottavio Sferlazza e Luigi D’Alessio. All’incontro hanno partecipato anche il sostituto procuratore nazionale antimafia Maria Vittoria De Simone, e il procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo.

Petralia: «Gli uffici requirenti costituiscono un tutt’uno in questo distretto e lavorando attraverso protocolli rappresentano un’unicità che è anche solida, contro la ‘ndrangheta».
Il procuratore generale Petralia ha spiegato così le ragioni del protocollo: «La riforma del codice antimafia e la rivisitazione del sistema di misure di prevenzione e soprattutto di chi deve proporle e gestirle, con una disciplina che è diversa, chiama a raccolta i procuratori circondariali e il procuratore distrettuale di ogni distretto. Questa è la ragione per cui su iniziativa del procuratore nazionale antimafia, abbiamo concepito e oggi sottoscritto un protocollo che stabilisce i rapporti tra i procuratori che hanno il potere di proposta, su come esercitare il potere di proposta, disciplinando i rapporti in un protocollo che ne stabilisce intese, comunicazioni, interoperabilità, tutto sotto una supervisione da parte del procuratore generale, che in questo distretto rappresenta tutti gli uffici requirenti, e quindi con una compresenza che ha un grande significato dal punto di vista dell’armonia del distretto. Gli uffici requirenti costituiscono un tutt’uno in questo distretto e lavorando attraverso protocolli rappresentano un’unicità che è anche solida, contro la ‘ndrangheta».

Cafiero De Raho: «Prevenzione uno degli strumenti più efficaci per il contrasto alle mafie »
“Il protocollo che abbiamo sottoscritto – ha commentato il procuratore Federico Cafiero De Raho – è la disciplina del rapporto che intercorre tra i vari uffici giudiziari requirenti al fine di coordinare al meglio l’azione di prevenzione, laddove potrebbero esserci delle sovrapposizioni, ma allo stesso momento al fine di segnalare il massimo degli stimoli e delle possibilità di intervento. La prevenzione costituisce uno degli strumenti più efficaci per il contrasto alle mafie soprattutto sotto l’aspetto patrimoniale, ecco una disciplina che consenta agli uffici requirenti di essere il più possibili vicini e indirizzati tutti insieme nel contrasto più efficace alle mafie, è credo un passo importante perché la nuova legge possa trovare piena applicazione”.

Scioglimento Comuni, cosa cambiare nella legge?
Cafiero De Raho: «Sostenere Comune in azione di piena legalità»

«Si dice oramai da tempo che laddove si interviene con lo scioglimento di un consiglio comunale, per condizionamento o infiltrazione mafiosa, è evidente che quella non è altro che una conseguenza dell’inquinamento del territorio, ed è certo che con lo scioglimento non si modifica il territorio per quanto ci possa essere anche una azione di repressione efficace, il territorio resta inquinato dalla presenza radicalizzata di gruppi mafiosi. E allora le successive elezioni dopo il periodo di commissariamento saranno elezioni nelle quali ancora quelle mafie continueranno a operare, si pensa, condizionamenti. Come salvare le giunte, il nuovo sindaco, e gli uffici che dovranno operare in un territorio così inquinato? Attraverso una struttura che potrebbe essere prefettizia o di altro tipo, che accompagni il Comune nello svolgimento della propria attività, si pensa a volte attraverso un controllo preventivo di legittimità degli atti, si può pensare attraverso un monitoraggio delle attività, questo lo si vede, ma ciò che è sicuramente necessario è sostenere il Comune in un’azione che sia di piena legalità e laddove ci sono condizionamento continuare a portare avanti un’azione secondo legge senza che la ‘ndrangheta in questi territori possa continuare a spingere per il proprio interesse in qualche modo deviando l’azione amministrativa.

Elezioni e liste “impresentabili”. Il voto in Calabria è libero?
Cafiero De Raho: «Spetta alla politica effettuare la prima selezione»
«In questa regione, come nelle regioni laddove è più presente la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra, è evidente che spetta innanzitutto alla politica effettuare la prima selezione. Laddove nelle liste ci sono soggetti contigui o sospettati di contiguità, di collusione, è evidente che di per sé ci proiettiamo in un futuro che non può che essere quello che già in passato ha evidenziato come uomini della politica siano stati al servizio delle mafie. Ebbene, se non c’è questa etica nei partiti è evidente che ci troveremo di fronte ancora una volta al pericolo, al rischio, che la politica possa essere inquinata e il cittadino non credere in una politica che invece dovrebbe innanzitutto fare gli interessi della collettività.

Inchiesta “Sistema Siracusa”, Cafiero De Raho: «Azione di bonifica all’interno di qualunque istituzione pubblica»
«Sono fatti particolarmente gravi». Così il procuratore Cafiero De Raho ha commentato l’inchiesta sul “Sistema Siracusa” che ha svelato l’esistenza di una presunta cupola formata da magistrati, avvocati e imprenditori che avrebbe tentato di depistare e pilotare processi.  «Personalmente -ha aggiunto Cafiero De Raho – in qualunque convegno abbia parlato della forza della ‘ndrangheta, ma questo vale per qualunque altra forza criminale, ho sempre sostenuto che la ‘ndrangheta e la mafia e la camorra sono forti, perché sono state capaci di accogliere nel proprio seno gli uomini delle istituzioni, e non è escluso né appartenenti alle forze dell’ordine, né appartenenti alla magistratura, né appartenenti a qualunque altra istituzioni, d’altro canto in passato le indagini ce lo hanno dimostrato, oggi ce lo confermano anche sotto il profilo della corruzione, laddove diciamo che la corruzione è il primo strumento attraverso il quale le mafie entrano nelle pubbliche amministrazioni e quando ci sono fatti come questi, al di là di quelle che saranno naturalmente le sentenze, quindi la certezza della responsabilità, il cittadino non può avere fiducia. Allora è innanzitutto importante che si operi attraverso un’azione di bonifica all’interno di qualunque istituzione pubblica».

Da sinistra: Lombardo, Sferlazza, D'Alessio, Paci, De Simone, Cafiero De Raho, Petralia


Exit mobile version