Serra San Bruno (Vibo Valentia). Nel pomeriggio di ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno hanno fermato F.O., originario di Feroleto della Chiesa (RC), il quale aveva tentato di far esplodere un’autovettura nei pressi del mobilificio del figlio.
I fatti: alle ore 14:00 circa sono stati allertati i Carabinieri della locale Compagnia che sono intervenuti prontamente nella via Pisani del comprensorio montano. Nell’immediatezza i Carabinieri hanno notato un’autovettura in fiamme e un soggetto che era intento a domarle. Allo stesso tempo, i militari, prontamente, hanno rintracciato l’autore del reato il quale si era dato alla fuga nascondendosi tra gli alberi.
Gli accertamenti: dopo aver bloccato il soggetto i Carabinieri si sono avvicinati all’autovettura, una Fiat Croma risultata poi di proprietà dello stesso F.O., e hanno notato, con estremo stupore, che all’interno della stessa erano stivate 3 bombole piene di gas e 5 taniche di benzina, quantitativo sufficiente a far esplodere un intero palazzo. E’ stato così acclarato che F.O., dopo aver versato sul terreno una tanica di benzina dal cancello d’ingresso fino all’autoveicolo, gli aveva dato fuoco con l’intento di farlo esplodere per distruggere sia il negozio che gli appartamenti sovrastanti.
Provvidenziale l’intervento del figlio di F.O. che si è occupato di domare le fiamme e il tempestivo intervento dei militari dell’Arma che hanno rintracciato immediatamente l’autore del reato.
Il fermo: dopo i vari accertamenti, visti i concomitanti indizi di reato, i Carabinieri hanno deciso di operare un fermo per il reato di strage. Il fermato, dopo le varie formalità di rito, è stato condotto presso la casa circondariale di Vibo Valentia in attesa delle determinazioni dell’autorità giudiziaria competente.
Il movente: in queste ore gli inquirenti stanno cercando di far luce sul possibile movente che ha portato l’anziano a porre in essere l’insano gesto ma, dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe riconducibile a vari dissidi familiari tra il fermato, suo figlio, proprietario del mobilificio e sua moglie, che nel momento in cui è stato posto in essere il tentativo di “attentato”, si trovava presso la sua abitazione ubicata sopra il mobilificio stesso.
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