La Cassazione ha assolto Paolo Chiappalone: non fu lui ad attentare alla vita dell’avvocato Nizzari e a uccidere Martino Luverà

Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Roma. Il palazzo di Giustizia, sede della Corte di Cassazione

Roma. Non è stato Paolo Chiappalone ad attentare alla vita dell’avvocato Francesco Nizzari ed a uccidere Martino Luverà, avvenuto nel 2010 a Palmi. La prima sezione della Corte di Cassazione oggi ha messo fine ad una triste vicenda di cronaca assolvendo il barbiere palmese Paolo Chiappalone, difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Girolamo Curti, dei gravissimi reati del tentato omicidio commesso ai danni dell’avv. Francesco Nizzari e dell’omicidio (quale evento non voluto) di Martino Luverà.
Dopo la relazione del Dott. Siani, Giudice relatore del Collegio, è intervenuto il Procuratore generale che ha argomentato con veemenza le proprie ragioni per circa 1 ora chiedendo l’annullamento della sentenza assolutoria con rinvio alla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria per una nuova valutazione.
Le medesime conclusioni hanno rappresentato gli avvocati delle Parti Civili intervenuti, Francesco Cardone e Domenico Infantino mentre l’avvocato Guido Contestabile, intervenuto in difesa del Chiappalone, ha chiesto il rigetto di tutti i ricorsi proposti chiedendo, pertanto, che avessero seguito le due sentenze assolutorie già pronunciate dalla Corte di Assise di Palmi e dalla Corte di Assise di Appello di Reggio Calabria.
Ebbene, la Corte di Cassazione, all’esito di una complessa camera di consiglio ha dato ragione a Chiappalone confermando la sentenza assolutoria.

L’avv. Guido Contestabile

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