Reggio Calabria. Promossa dall’Associazione Culturale Anassilaos si terrà giovedì 19 aprile alle ore 16,45 presso la Biblioteca “Pietro De Nava”, nell’ambito dei “Giovedì in Biblioteca” la conversazione del Prof. Antonino Romeo sul tema “Le elezioni che hanno fatto la storia d’Italia: 18 aprile 1948. La DC e il fronte delle Sinistre” a settanta anni da quelle elezioni il cui risultato ha condizionato la storia d’Italia per almeno un cinquantennio e oltre. Sono state le consultazioni più aspre e più gravide di conseguenze se si tiene conto che a contrapporsi democraticamente non erano soltanto due blocchi politici ma anche due visioni diverse delle società e dell’economia. Dal 2 giugno 1946 al dicembre 1947 il nostro Paese aveva elaborato, in un clima politico e sociale tutto sommato tranquillo, la Costituzione entrata in vigore il 1° gennaio 1948. L’Assemblea Costituente, nella redazione e approvazione dei diversi articoli, si era scontrata ma anche incontrata. Le diverse anime, la cattolica, la marxista e la liberale-laica erano riuscite a trovare un compromesso sugli articoli più significativi e complessi –basti pensare alla decisione di Togliatti di votare a favore della inclusione in Costituzione dei Patti Lateranensi – e sulla forma dello Stato ma subito dopo, in vista delle elezioni, come è anche naturale che avvenga in consultazioni di grande rilevanza politica, il clima cambiò radicalmente. Lo scenario internazionale, del resto, registrava ormai da tempo, quella guerra fredda che contrapponeva l’Unione Sovietica e i Paesi “liberati” dall’Armata Rossa, ai quali venne imposto un regime comunista (Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria) all’Occidente che si stringeva intorno agli Stati Uniti e al modello economico e sociale di tipo capitalista. Il voto italiano dunque inquietava le cancellerie occidentali, gli Stati Uniti soprattutto, che certamente non dimenticavano come gli accordi di Yalta avessero assegnato l’Italia alla sfera di influenza occidentale e pur tuttavia temevano che un voto democratico potesse portare al potere il più forte partito comunista d’Occidente. La vittoria della Democrazia Cristiana risolse ogni problema ma non è peregrino chiedersi, a settanta anni di distanza, cosa mai avrebbero fatto gli Stati Uniti in caso di vittoria del Fronte Popolare. Non può sfuggire neppure il ruolo fondamentale svolto dalla Chiesa di Pio XII che un anno dopo (luglio 1949) avrebbe scomunicato i comunisti e condannato l’appartenenza al Partito Comunista e nove anni dopo (1957) avrebbe parlato di “Chiesa del Silenzio” per definire le condizioni della chiesa nei paesi d’oltrecortina. La battaglia politica ed elettorale fu dunque aspra, non priva di volgarità (in ogni caso mai come le volgarità sentite in occasione delle recenti elezioni del 4 marzo) e combattuta attraverso una produzione intensa di manifesti elettorali di grande pregio anche artistico e di notevole intensità quasi che le normali tecniche pubblicitarie dell’epoca fossero state messe a servizio dei diversi contendenti.
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