Processo Lampo. Estorsione alla pizzeria “La Ruota” e arsenale a San Giovannello: al via l’udienza preliminare

La legge è uguale per tutti

La legge è eguale per tutti

Reggio Calabria. Stamattina in aula bunker è iniziata dinnanzi al gup Lauro, pm Gallo, l’udienza preliminare del procedimento scaturito dall’operazione Lampo. Dopo la costituzione di parte civile delle parti offese, l’udienza è stata rinviata al 24 aprile per la scelta del rito da parte degli imputati, difesi dagli avvocati Lorenzo Gatto e Alberto Marrara.

La scelta del rito
Nel corso dell’udienza preliminare l’imputato può scegliere se accedere al patteggiamento o al rito abbreviato (e in questo caso proseguire il processo dinnanzi allo stesso giudice per l’udienza preliminare, il processo abbreviato si concluderà con l’assoluzione oppure in caso di condanna l’imputato avrà uno “sconto” di un terzo della pena) oppure se proseguire l’udienza preliminare (ma fino alla formulazione delle conclusioni si può ancora chiedere di essere ammesso all’abbreviato) che si concluderà con il proscioglimento dell’imputato o con il rinvio a giudizio. In quest’ultimo caso il processo si terrà dinnanzi al tribunale in composizione collegiale, con le forme – e tutte le garanzie per la difesa – del dibattimento.

L’operazione Lampo – l’estorsione e l’arsenale a San Giovannello
L’indagine congiunta condotta dalla Squadra Mobile diretta dal primo dirigente Francesco Rattà, e dal Nucleo operativo della Compagnia Carabinieri diretta dal maggiore Mariano Giordano, ha fatto luce sulla presunta estorsione ai danni dei proprietari della pizzeria “La Ruota”. Dopo pochi giorni dagli spari contro l’autovettura della famiglia Porcino, il 5 maggio 2017 sono stati eseguiti 4 fermi, a carico di Gianfranco Musarella di 39 anni, e i tre fratelli Marra, Antonino di 37 anni, Giovanni di 34 e Alessandro di 30, a vario titolo per estorsione, porto e detenzione illegale di armi, lesioni personali, danneggiamento mediante incendio, aggravati dalle modalità mafiose o per avere agevolato la ‘ndrangheta.
Nel corso dell’esecuzione dell’operazione era stato rinvenuto un arsenale a San Giovannello, e arrestati in flagranza, per detenzione illegale di armi comuni e da guerra e relative munizioni, una donna, Pamela Domenica Barillà (dapprima posta ai domiciliari e poi rimessa in libertà dal Tdl), Gianfranco Musarella, e Giovanni Marra.
A distanza di pochi giorni era stata notificata in carcere una misura cautelare anche per il gemello di Gianfranco, Sebastiano Musarella, accusato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose o per aver agevolato l’organizzazione mafiosa denominata ‘ndrangheta. Attualmente Sebastiano Musarella si trova in detenzione domiciliare ospedaliera.

Fabio Papalia


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