di Fabio Papalia
Reggio Calabria. Dopo sei anni dal crollo del palco che costò la vita a un giovane operaio si conclude il processo in primo grado con l’assoluzione del promoter Maurizio Senese e la condanna di 5 dei 7 imputati.
Il tribunale di Reggio Calabria in composizione monocratica, giudice Lucia Delfino, oggi pomeriggio dopo una lunga camera di consiglio ha pronunciato la sentenza del processo per la morte, avvenuta il 5 marzo del 2012, nel Palasport di Reggio Calabria, di Matteo Armellini, di 31 anni, l’operaio rimasto schiacciato a causa del crollo del palco sul quale si sarebbe dovuta esibire Laura Pausini. Al processo si è costituita parte civile la madre della vittima, Paola, difesa dall’avvocato Alicia Mejia.
Il pubblico ministero Rosario Ferracane al termine della requisitoria aveva invocato la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione per omicidio colposo e per disastro colposo per 6 dei 7 imputati: Sandro Scalise, Franco Faggiotto, Pasquale Aumenta, Ferdinando Salzano, il promoter Maurizio Senese e l’ex direttore dell’ufficio tecnico del Comune di Reggio Calabria, Marcello Cammera, tutti coinvolti a vario titolo nell’organizzazione del concerto.
Lo stesso pm aveva chiesto il non doversi procedere, per sopravvenuta prescrizione del reato, per Gianfranco Perri, che era l’unico degli imputati a non essere accusato dei reati di omicidio colposo e disastro colposo, ma era accusato di un reato contravvenzionale.
Alla FP Group, che organizzava eventi, era stata contestata la responsabilità amministrativa delle società per violazione di norme sulla sicurezza lavoro.
Queste le decisioni del giudice monocratico. Il promoter Maurizio Senese, difeso dall’avvocato Wanda Bitonte, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato.
Il giudice ha condannato: Sandro Scalise a 3 anni (2 anni per il capo a di omicidio colposo e 1 anno per il capo b di disastro colposo); Franco Faggiotto a 3 anni e 6 mesi (2 per il capo a e 1 anno e 6 mesi per il capo b); Ferdinando Salzano, riconosciuta l’attenuante equivalente all’aggravante, a 1 anno e 8 mesi (di cui 1 anno per il capo a e 8 mesi per il capo b), Pasquale Aumenta e Marcello Cammera, entrambi previa esclusione dell’aggravante a 1 anno e 6 mesi (di cui 6 mesi per il capo a e 1 anno per il capo b). La Corte ha concesso a Cammera e Salzano il beneficio della sospensione condizionale della pena.
Il giudice – così come chiesto dal pm – ha dichiarato il non doversi procedere per Gianfranco Perri per il reato contestato perché estinto per intervenuta prescrizione.
Inoltre il giudice ha dichiarato non sussistere la responsabilità dell’ente in relazione all’illecito amministrativo contestato alla Fp Group, difesa dagli avvocati Francesca Gritti e Alessandra Cerreta del foro di Milano.
Il giudice infine ha condannato gli imputati riconosciuti colpevoli e i responsabili civili, il Comune e Italstage Company in solido, al risarcimento dei danni in favore della parte civile da liquidarsi in separata sede, nonché una provvisionale per danno non patrimoniale di 200 mila euro. E’ stato indicato il termine di 90 giorni per il deposito della motivazione.
“Non ho parole per commentare questa sentenza che non mi aspettavo in questi termini – ha commentato la madre di Matteo, Paola Armellini – mi ritengo soddisfatta. Queste lotte, lo ribadisco, vanno fatte per restituire la dignità a tutti i lavoratori. Io mi batto per questo. Ero molto sfiduciata. Il percorso di questo processo è stato veramente duro. Sono stati sei anni pesanti, che mi hanno segnato”.
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