Palmi (Reggio Calabria). Il Tribunale di Palmi, Anna Laura Ascioti presidente, giudici Alberto Romeo e Francesco Jacinto, pm Francesco Ponzetta, ha pronunciato la sentenza di condanna a 18 anni di reclusione ciascuno per i fratelli Gregorio e Michele Cacciola (presunti membri dell’omonimo clan di Rosarno) – difesi rispettivamente dagli avvocati Luca Agostino e Guido Contestabile il primo, e dagli avvocati Antonio Cimino e Gianfranco Giunta il secondo – riconosciuti colpevoli di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Il pm aveva invocato per entrambi una condanna a 15 anni di reclusione. La Corte ha inflitto una pena ancora più severa, oltre alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, dell’interdizione legale e della sospensione dall’esercizio della responsabilità genitoriale durante l’esecuzione della pena, inoltre è stata applicata a entrambi la sanzione accessoria della revoca delle prestazioni previdenziali ed assistenziali da loro percepite. Infine è stata applicata a entrambi la misura di sicurezza della libertà vigilata per la durata di tre anni, da eseguirsi una volta espiata la pena e previa verifica della pericolosità sociale. Il deposito della motivazione entro 90 giorni.
Il processo ha preso avvio dalla denuncia di due imprenditori agricoli di Candidoni, che hanno raccontato ai Carabinieri le richieste estorsive prima di Michele (padre di Maria Concetta Cacciola, la testimone di giustizia suicidatasi nel 2011 in circostanze non del tutto chiarite), nel 2009, e poi del fratello Gregorio, fino alla richiesta di aiuto all’Arma nel 2015.
Fabio Papalia